Fascicolo
fascetta 1604. Documenti 1948-1968.
5 febbraio 1948
7 marzo 1968
126 cc.
Il raccoglitore contiene un’unica cartella, segnata n. 122 e intestata «Consultazioni linguistiche», in cui sono conservate 126 cc., che documentano una fitta e variegata corrispondenza tra l’Accademia della Crusca e persone appartenenti a diverse categorie sociali o professionali, che scrivono all’Accademia per avere ragguagli e chiarimenti intorno al significato, il corretto uso o l’esatta grafia di parole o espressioni e modi di dire della lingua italiana. Quanto alle risposte, gli accademici tengono sempre a sottolineare che esse «non vanno considerate come risposte ufficiali dell’Accademia ma come nostri pareri privati» (lettera di Bruno Migliorini del 2 luglio 1963, in risposta all’avvocato Fortunato Mikuletič residente a Trieste e impegnato in un lavoro di traduzione dallo sloveno all’italiano [la lettera dell’avvocato offre un interessante spaccato della situazione linguistica delle terre di confine tra Italia e Slovenia]). Sono ben rappresentati tutti gli ambiti di studio della lingua, e in particolare quelli di lessico e grafia. Queste le principali tematiche: accentazione grafica (nell’affermazione "sì", e nella forma imperativale di "dire"), ortografia (corretto impiego di consonanti doppie o scempie, di "i" diacritica [soprattutto nei plurali dei nomi in –cia e –gia, e nei nomi in –ero preceduti da affricata palatale sonora intensa, come "leggero"]), divisione in sillabe (ad es. per parole come "tecnico"), questioni di pronuncia (sonorità di "s" e "z" intervocaliche, timbro aperto o chiuso di "e" ed "o", pronuncia di "gli" nella parola "geroglifico"), varianti morfologiche (plurali dei nomi in –co come "manico", presenza o meno del suffisso incoativo nelle seconde persone del presente dei verbi "nutrire", "cucire", "tossire", alternanza dei toponimi Delfi/Delfo, Firenze/Fiorenza), opportunità di inserire la -s del plurale negli anglicismi (come "club", "sport", "film"), uso del pronome "gli" per il femminile, problemi legati alla grammatica e alla sintassi (corretto uso di tempi verbali in periodi complessi, incontro di congiunzioni [accostamento di "ma" e "bensì"], opportunità dell’impiego – prettamente toscano - di "punto" come aggettivo ["punta pasta"]), etimologie (ad es. quella di "grappa" e di "Minchiate", nome del gioco di carte), corretta identificazione di campi semantici (ad es. quello della parola "cereale" [ristretto alle graminacee o esteso ad alcune leguminose]), corrispettivi italiani di termini stranieri (ad es. "Standort" e "Standortlehre"), accettazione o rifiuto di neologismi (si protesta ad esempio contro le coniazioni in –ismo e –istico, contro l’uso del verbo "parcheggiare" a cui viene opposto "parcare"; si propone la voce "sorellanza" per comunità interamente al femminile, e "rosaista" in luogo di "rosierista" per designare la persona che coltiva o studia le rose [il Migliorini sconsiglia "rosierista" e suggerisce "rosicoltore" o "rosaista"]).
Si segnala in particolare la lettera sull’etimologia di "grappa" di Carlo Alberto Mastrelli, del 22 giugno 1967, con una breve storia del termine e delle sue diverse declinazioni semantiche in Toscana, Veneto e Lombardia; la lettera di un certo Giulio Casilli, che constata «l’assenza di un verbo capace di identificare il rumore provocato dalle gomme delle ruote al contatto dell’asfalto bagnato» e afferma di aver trovato il modo di colmare la lacuna; una lettera di tale Lelio Pampaloni cui l’Anagrafe contesta la scelta di "Anatole" come nome per il figlioletto in quanto nome straniero [il Migliorini propone di italianizzare in "Anatolio"]; una lettera al Ministero della Pubblica Istruzione e trasmessa all’Accademia della Crusca, di Francesco Sandrinelli «clavista e fonditore di Monotype» in pensione, «studioso di linguaggi e di cultura in generale», residente a Basilea 14 giugno 1955, che fornisce un «Elenco dei vocaboli sbagliati, impropri o mal impiegati», e quindi da respingere; lettera del signor Nino Boriosi del 14 maggio 1954, residente a Città di Castello in provincia di Perugia, poeta e scrittore, che sottopone all’attenzione degli accademici una breve lista di voci di sua invenzione estratte dai propri componimenti poetici. Infine, all’interno della lettera del signor Alberto Jazzetta del 3 gennaio 1952, che chiede quale sia la forma corretta tra "nutri"/"nutrisci", "cuci"/"cucisci" e "tossi"/"tossisci", si legge la seguente chiosa manoscritta (forse del Migliorini): «Per il verbo cucire la forma corretta è solo cuce, per i verbi nutrire e tossire si possono usare ambedue le forme».
Carlo Alberto Mastrelli
Bruno Migliorini
Giulia Marucelli
Il raccoglitore contiene un’unica cartella in cui sono conservate 126 cc.
Giulia Marucelli
Elisabetta Benucci