U. D. Manoscritto
Franca Brambilla Ageno
Appunti, Raimondo d'Amaretto Mannelli (cc. 33-34, 37-38)
1953
1990
4 cc.
Si descrivono qui di seguito alcune carte contenenti appunti autografi di Franca Brambilla Ageno riguardanti Raimondo di Amaretto Mannelli, presunto autore del Pataffio (poi attribuito al Sacchetti):
cc. 33-34
“Secondo un albero genealogico delle carte Ricci, Raimondo di Amaretto Mannelli avrebbe sposato Maria di Piero di Filippo di Lionardo Strozzi e ne avrebbe avuto i figli:
Amaretto, Piero, M. Carlo, Alessandro Cav. Di Rodi, Iacopo Maria, Ruberto, Girolamo, Lena a Gino di Neri di Gino Capponi, Piera a Luca di Iacopo Pulci e poi a Matteo di Gio. Barducci, Tita a Bernardo di Bartolo di Domenico Corsi, Brigida, Lucrezia.
Non sono dati altri discendenti di questo ramo: a Piero Gaetani (1453); a Simone Buondelmonti (1455); Gostanza; Ginevra a Vieri da Castiglione; Francesco detto Monnino.
Il Borgognoni scrive, p. 218: Il del Furia avvertiva qualmente nel Pataffio si ricorda il soldo come vera ed effettiva moneta coniata. Ora il soldo o soldino non fu coniato in Firenze se non nel 1462. È dunque chiaro che il Pataffio non fu scritto prima di quell’anno.
Cfr. Ignazio Orsini, “Storia delle monete della Repubblica fiorentina data in luce da I. O.”, Firenze, Viviani, 1760, pp. XX e 226-8: p. 226, una nuova moneta d’ariento, e di Rame, la quale sia di valuta di danari dodici l’uno, et chiamasi soldino; p. 227, 446 soldini per libra, contenente sei once d’argento e sei di rame, e ogni soldini è di 15 grani. Se per libra la lega è di oncie cinque e denari ventidue, la zecca deve essere “rifatta” da chi li facesse. Il fiorino di detti Soldini per lire 4 e soldi 7 di piccioli.
[Francesco Vettori], “Il fiorino d’oro antico illustrato. Discorso di un Accademico Etrusco indirizzato al Sig. Dottore Antonio Francesco Gori”, Firenze, Tartini e Franchi, 1738.”
c. 37-38
“Lettera di Raimondo d’Amaretto Mannelli intorno alla battaglia navale combattuta tra Fiorentini e Veneziani confederati e i Genovesi sottoposti al Duca di Milano nell’agosto del 1431. Colla commissione data all’ammiraglio Francesco Spinola per la detta spedizione, pubblic. da F. Polidori. In Arch. Stor. It., Appendice, T. I, Firenze, Viesseux, 1842-1844, pp. 135-161 (Commiss. Data all’ammiraglio Franc. Spinola, 162-167; Notizie fornite da Lorenzo di Giovanni Benci, 160-161).
p. 138: Raimondo è fratello di quel Francesco d’Amaretto Mannelli che copiò il testo del famoso codice del Decameron, ma era più giovane di lui di 33 anni.
Nel catasto del 1427, Quartiere di S. Spirito, Gonfalone dello Scala, si trova: p. 139 – Ramondo anni 37, la donna sua, anni 16; Francesco suo fratello, anni 70; Amaretto suo figlio, nato di pochi dì Ramondo, secondo l’albero genealogico (p. 140) nacque nel 1390, fu squittinato nel 1433, testò nel 1441, viveva ancora nel 1459, sposò nel 1427 Maria di Piero di Filippo Strozzi ed ebbe 13 figli (nota 1 a p. 139). Ramondo è nominato nelle Istorie fiorentine del Cavalcanti, To. I, p. 441.
F. Polidori pubblica dal cod. Laurenz. Pl. XC sup. 89 la “Lettera di Ramondo d’Amaretto Mannelli intorno alla battaglia navale combattuta tra Fiorentini e Veneziani confederati e i Genovesi sottoposti al Duca di Milano nell’agosto del 1431. Colla commissione data all’ammiraglio Francesco Spinola per la detta spedizione (Arch. Stor. It., Appendice, T. I, Firenze, Vieusseux, 1842-1844, pp. 135-167).
A p. 138 è detto: In quanto allo scrittore della Lettera che pubblichiamo, temendo io d’errore che potesse esser corso in ciò che il Manni afferma; cioè che il nostro Ramondo fosse fratel germano di quel Francesco d’Amaretto Mannelli che copiò il testo così famigerato del Decamerone del Boccaccio; perché tra il tempo in cui quella copia facevasi e l’impresa navale di Ramondo, passaron forse quarantotto anni; ebbi ricorso al signor Luigi Passerini…: il quale… mi rispose di essersi appieno certificato della fratellanza dei mentovati; dacché nel Catasto del 1427, Quartiere di S. Spirito, Gonfalone della Scala, trovasi che il minore di essi due fratelli fece… la portata de’ suoi beni, nominando come qui appresso le persone di sua famiglia: «Ramondo, anni 37; la donna sua, anni 16; Francesco suo fratello, anni 70; Amaretto suo figlio, nato di pochi dì» [Il biglietto scrittomi su tal proposito dal signor Passerini contiene ancora le seguenti dichiarazioni: Nel successivo Catasto del 1433, Francesco più non apparisce; talché risulta che più non era tra’ vivi. Ho ragione di supporre che fosse uomo di chiesa.”
Franca Brambilla Ageno
Raimondo di Amaretto Mannelli
Franco Sacchetti
Maria di Piero di Filippo di Lionardo Strozzi
Piero Gaetani
Simone Buondelmonti
Vieri da Castiglione
Francesco detto Monnino
Borgognoni
Del Furia
Ignazio Orsini
Francesco Vettori
Antonio Francesco Gori
Francesco Spinola
Lorenzo di Giovanni Benci
Francesco d’Amaretto Mannelli
Cavalcanti
Manni
Luigi Passerini
F. Polidori
Firenze
Milano
Genova
Le carte sono state numerate a lapis.
Caterina Canneti
Elisabetta Benucci