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Scheda di archivio


Collocazione


Livello di descrizione

SottoFascicolo

Titolo

Pacco con intestazione: "Furbesco 1 [...]"

Data Iniziale

1959

Data Finale

1978

Consistenza

634 cc.

Contenuto

Si descrivono qui di seguito alcune delle carte contenute nel pacchetto intitolato: “Furbesco vecchio schedario I - Dilettevole, esanime, Brianti, Pulci, Nuovo modo, Vocabolarietto”, riportanti la spiegazioni di termini del furbesco.

Gli appunti sono spesso tratti dalle opere descritte nelle carte 1-2:

Dilettevole Essamine = Martin Löpelmann, “Il Dilettevole Essamine de’ Guidoni, Furfanti o Calchi altramente detti Guitti nelle carceri di Ponte Sisto di Roma nel 1598. Con la cognizione della lingua furbesca o zerga commune a tutti loro. Ein Beitrag zur Kenntnis der italienischen Gaunersprachen im 16. Jahrhundert (nach einer Hs. Der Berliner Kgl. Bibliothek: Ms. Ital. fol. 17. Fo. 646r 659r), in «Romanische Forschungen», XXXIV, 1913, pp. 653-64.

Tratt. Bianti = [Trattato DE BIANTI OVER PITOCCHI / Vagabondi, e Birboni & / Con / Il modo d’imparare La lingua furbesca / In Firenze alle Scalee di Badia 1619]”.

c. 3 – accadente - Tratt. Bianti, p. 38: «Dotti sono dal cadere, perché fingono di cadere di quel brutto male, detto Cominitiale, e volgarmente mal caduco. Non fanno ciò se non vedon gente, perché poi levandosi da terra, possino girando intorno ricevere da’ circostanti elemosina» (cap. 12).

c. 6 – affamigliolo - Tratt. Bianti, p. 71: «Son [gli affamiglioli] denominati dalla numerosa famiglia de’ piccioli fanciulli, che hanno: son persone per l’ordinario pigre, accidiose, e tarde alla fatica, ma pronte alla crapula, che più tosto volgiono marcir nell’ozio, che provedersi, etiam ne’ grandissimi bisogni delle cose necessarie, e mentre sfuggono la fatica, ricorrono al mendicare, e Biare. Alcuni infingardi non contentandosi del poco per haver havezzo la natura à pappare, volendo satiare, & empire il ventre, fingono haver numerosa famiglia di piccioli, & infermi fanciulli, inutile a procacciarsi il vitto, e con tal scusa se lo procacciono» (cap. 33).

c. 7 – affarfante – Tratt. Bianti, p. 29: «Affarfanti, veramente furfanti. Fingono de’ miracoli: dicono haver fatto gravi, & enormi peccati, ma percossi da Dio (a giustamente) da terribile infermità, doppo l’haver fatto voto d’andar per il mondo raccontando la giustitia e la gran misericordia di Dio verso di se, sono stati liberati. Percuotono il corpo con alcune leggieri catenelle di ferro, overo fingono di percuotere, e lacerar il petto con un gran sasso, che tengono nelle mani: dando ad intendere, che devono andare per tutto il mondo facendo questa penitenza, si percuotono prima con fruste, nella cui cima è poca cera, con minutissime punte, con cui à pena intaccano la pelle doppo tingendo le spalle con sangue, & altro colore, restano quei segni fatti con tanto artificio, che paiono scorticati ma non è niente» (cap. 8).

c. 14 – appezzante - Tratt. Bianti, p. 47: «Questi [appezzanti[ son detti dalli pezzi del pane, che cercano. Danno ad intendere di sprezzare il vino, amare la nudità, e desiderare solo tanto quanto possino vivere. Cercano solo il pane, e quando hanno fame si mangiano li pezzi soli, e vendono l’intiero» (cap. 19). «…nella setta delli Pezzenti (che è la più grande di tutte, poiché abbraccia d’ogni sorte di natione)».

c. 15 – ascione - Tratt. Bianti, p. 37: «…fingonsi questi pazzi, e sciocchi, e tal’hor sordi, & alle volte muti. Niente chiedono, ma mandando fuori inarticolate voci, con bocca storta, & occhi biechi stendendo le mani, co’ gesti mostrano, che vogliono elemosine, e con le mani raccolgono quel che gli è dato» (cap. 11).

c. 16 – attarantato - Tratt. Bianti, p. 46: «Fingono questi [attarantati] esser stati morsi da alcuni animali, che nascono nel territorio di Taranto… & esser caduti in quella infermità, che li rende come pazzi. Vibrano, e sbattono la testa, tremano con le ginocchia; spesso al suono cantano, ò ballano, agitano le labbra, stridono co’ denti, e fanno attioni da matti. Niente chedono, ma il compagno Guidone notificando per tutto che egli è attarantato, chiede, e raccoglie elemosina per loro… Questo Giacomo teneva in bocca un poco di sapone, quale per la sua amarezza era causa, che dalla bocca mandasse fuori grandissima quantità di spuma, e bava, come sogliono fare li cani arrabbiati» (cap. 18).

c. 27 – bruco - «L’altra [arte] si chiama Rascia de’ bruchi, che sono di tagliaborse. Et per questo si dice tra noi: - Il bruco va alla foglia – cioè il furbo va a tagliare borse, perché ‘foglia’ vuol dire borsa». Dilettevole Essamine, II, 45; II, 80; II, 81.

c. 28 – burattino - «La decima sesta [compagnia] si chiama la compagnia delli buratti o vero burattini che sono quelli che sempre scossano la testa e tutta la vita; et fanno i ballarini quelli che non volsero inginocchiare mentre passava il Sant.mo Sacramento portato dal sacerdote quando ballavano; e per le ville vanno guidando et accattano et trovano grandi elemosine», “Dilettevole Essamine”, I, 68; anche II, 67.

c. 30 – burchia - «”burchia” in lingua nostra vuol dire “il cavallo”», “Dilettevole Essamine”, I, 79.

c. 33 – cagnarda - «La decima nona [compagnia] si chiama la compagnia delle cagnarde e landre, et sono donne che accattano con un figlio in braccio et coperte il viso, et sono di due sorti: le cerchiate sono maritate, et le landre sono buone compagne, et vanno accattando in tutti i luoghi», “Dilettevole Essamine”, I, 84. «L’altra [arte] si chiama la compagnia… delle landre et cagnarde, et sono le donne che accattano in diverse maniere, ma… la cagnarda vuol dire spedaliera o bettoliera, et per lo più sono ‘grime’, cioè vecchie», “Dilettevole Essamine”, II, 125.

c. 39 – cocchino – Tratt. Bianti, p. 47: «Questi [cocchini] dal scuoter le membra al tempo dell’inverno, dal stridor de’ denti, per mostrar d’haver concepito gran freddo dentro l’ossa, & dal suono che fanno con la bocca, son detti Cocchini. Quasi anco à guisa di pezzenti, dicono amare sommamente la nudità, & la penuria per l’amor di Dio, essendo ciò falso, perché amano più il denaro, e la robba» (cap. 20).

c. 40 – coffio - «La terza decima [compagnia] si chiama la Compagnia delle formiche coffie, et sono poveri banditi che accattano, perché ‘formica’ in lingua nostra vuol dire bandito e ‘coffia’ vuol dire ammalato», “Dilettevole Essamine”, I, 58.

c. 42 – contatore, ‘sodomita’ - «ognuno ha la sua landra o il suo ragazzo, perché dicono fra loro: - La landra va al poltrire col suo moscone… et ogni contatore col suo pivastro - , ‘et ogni sodomito col suo ragazzo’», “Dilettevole Essamine”, II, 168.

c. 46 – falco - «L’altra [arte] si chiama la compagnia delli falchi, et sono quelli che si fanno sechiare una mano o un piede, e paiono stroppiati et non hanno male, o vero si fanno una piaga in un braccio o in una gamba con fegato pisto insanguinato, et accattano», “Dilettevole Essamine”, II, 103.

c. 47 – falpatore – Tratt. Bianti, p. 54: «Questi [falpatori] non potendo per la vecchiezza, o’ debolezza del corpo andar più Biando, restando in casa, vann’imitando li Maestri di Grammatica, Rettorica, Dialettica, & altre scienze, istruendo tutte le arti superiori, & inferiori da raccontarsi; con li costumi, modi, e gesti da ingannare il prossimo, massime con falsità di parole» (cap. 23).

c. 50 – farfoglio - «La settima [compagnia] si chiama la Compagnia delli Farfogli, che sono quelli che accattano in habito di frati, romiti, o simili, di vesti vili et rozze, et fanno gran faccende», “Dilettevole Essamine”, I, 35. «L’altra [arte si chiama rascia] delli farfogli, frati, romiti e simili cercanti», “Dilettevole Essamine”, II, 54.

c. 57 – gergo - «vogliono… mutare il gergo del parlare, sendosi inteso essere stati scoperti nel loro parlare», “Dilettevole Essamine”, II, 156.

c. 58 – gonzo - «La quinta [compagnia] si chiama compagnia delli gonzi, che sono quelli che si fanno balordi et senza cervello, et parlando con loro, non vi rispondono mai a proposito, et vanno accattando», “Dilettevole Essamine”, II, 52.

c. 76 – mandragola - «L’altra [arte] si chiama la compagnia delle mandragole, et sono quelli stroppii et attratti che si fanno strascinare nelle carriole o si fanno portare in braccio o in collo da un altro, et accattano», “Dilettevole Essamine”, II, 88.

c. 77 – marmotto - «L’altra [arte] si chiama la compagnia delli marmotti, che sono quelli che si fingono muti e’ non poter parlare e non havere lingua, e vanno accattando», “Dilettevole Essamine”, II, 107.

c. 78 – martino, giuocar di - «…vogliono fare ordine et porre pene fra loro di non revelare, et chi revelerà, si “giuocherà di martino”, cioè di pugnale», “Dilettevole Essamine”, II, 158.

c. 81 – morgana ‘campana’ – Tratt. Bianti, p. 72: «Morgana in lingua furbesca vuol dire campana» (cap. 35).

c. 90 – poltrire ‘dormire’ - «ognuno ha la sua landra... perché dicono fra loro: “La landra va al poltrire col suo moscone”, cioè ‘la puttana va a dormire col suo bertone’ », “Dilettevole Essamine”, II, 165.

c. 91 – rabuinato ‘indemoniato’ – Tratt. Bianti, p. 75: «Li Rabuinati, cioè spiritati, questi ad ogni poco sbattendo la testa mandano fuori un suono, ò sospiro a guisa d’un rutto, per mostrare d’esser molestati dal demonio , dicono, che gli è intravenuto per la disobbedienza, ò per le percosse date al lor padre, e che da lui maledetti, si sono spiritati» (cap. 37).

Nelle carte 112-115, troviamo altre indicazioni bibliografiche con riferimento alle sigle usate da Franca Ageno nelle carte successive:

c. 112 – Nota = “Nota di parole e frasi di gergo furbesco di mano di Luigi Pulci contenuta nel ms. Palat. 818 della Nazionale di Firenze”, c. 7 r-v, Cfr. “Lettere di Luigi Pulci”, pp. 173-5.

c. 113 – Ott. = “Ottave in gergo di mano di Luigi Pulci del ms. Palat. 818 (E. B. G. I. 25) della Nazionale di Firenze”, Cfr. “Lettere di Luigi Pulci”, pp. 170-2.

c. 114 – N.M. = “Nuovo modo de intendere la lingua zerga. Cioè parlare FORBESCHO. Novellamente posto in luce per ordine di Alfabeto… In Ferrara, Per Giovanmaria de Micheli, & Antonio Maria di Sivieri, 1545.

c. 115 – Voc. = Cod. Magliabech. IV, 46. Cfr. G. Volpi, “Un vocabolarietto di lingua furbesca”, in «Miscellanea nuziale Rossi-Teiss», Bergamo, Arti grafiche, 1898, pp. 49-61.

Le carte successive riportano alcuni esempi di termini con riferimento ai testi sopracitati.

c. 116 – accialma ‘assai’ – E tanto cavalcò che sudò accialma. Ott., 77.

c. 120 – agrestare ‘cognoscere’, N.M.

c. 135 – allongare il muro ‘fugire’; andarsi con Dio, allongar il muro; fugire alungo il muro, N. M.

c. 144 – anachare un sesino ‘alla mità’; far a parte, anaccare un sesino N.M.

c. 167 – armeggiar in amaro ‘lamentarsi’ N.M.

c. 184 – attignere le secchie ‘intendere quello che si dicie’, Nota.

c. 233 – bigordine ‘carte da giuocare’ N. M.

c. 252 – bolla ‘città’ – Costui non è de’ gordi della bolla. Ott., 4.2.; Di bolla in bolla le tue calche spande. Ott., 6, 5.

c. 264 – bracchezare (per errore: branch-) ‘far l’amore’; far l’amore, bracchezzare N.M.

c. 275 – bronco ‘bordello’; bordello, bronco (per errore brotnho), N.M.

c. 291 – bullettino ‘cittadino’ – E per monello un campo bullettino. Ott., 4, 5.

c. 297 – caccose ‘le scarpette’, Nota.

c. 302 – calcar a XXI hora ‘non haver denari’; non haver denari, calcare a XXi hora, N.M.

c. 314 – chalma ‘favella’ (imperat.), Voc.

c. 315 – calmare ‘dire’ – Interma quel che calma mone ‘ascolta quel ch’io dico’. Ott., 1, 4. Quel ch’entra in furba comincia a calmare, Ott., 2, 3. Se’l furbo calma… Ott., 2, 7. Se questo è vero o no, calcagno, calma, Ott., 7, 8.

c. 320 – campane ‘orrecchie’, N.M.

c. 321 – campo ‘buono’ – E per monello un campo bullettino, Ott., 4, 5. E tu vostrigi vuoi campe vivande, Ott., 6, 3.

c. 362 – catolla ‘la prigione’, Nota.

c. 364 – cavagna ‘prigione’, N.M.

c. 369 – cavazzonare ‘far bello’, N.M.

c. 378 – cerchioso ‘marito’, N.M.

c. 381 – cierra ‘mano’ – E fatto questo, la cierra t’immolla, Ott. 4, 6.

c. 386 – cestina ‘la città’, Voc.

c. 387 – cheossi ‘che’, Voc.

c. 402 – chiurla ‘testa’, N.M.

c. 403 – cifo ‘ragazzo’; ragazzo cifo, N.M.

c. 406 – cimoso ‘arbore’, N. M.

c. 413 – coda di drago ‘mese di dicembre’, N.M.

c. 418 – chomogi stantona ton? ‘come stai?’, Voc.

c. 420 – comprar il porco ‘andar presto’, ‘fugire’; andare presto, comprare il porco; fugire, comprare il porco, N.M.

c. 421 – comprar viole ‘andarsi con Dio’, ‘fugire’; andarsi con Dio, comprar viole; fugire, comprare viole, N.M.

c. 422 – conca ‘vitta’, N.M.

c. 430 – contrario ‘villano’, N.M.

c. 431 – contro ‘il contadino’, Nota.

c. 433 – cordiglio ‘l’amore’, Voc.

c. 434 – cordovano ‘homo grosso’, N.M.

c. 465 – cuchielli ‘quatrini’; quattrini succhielli, N.M.

c. 469 – chugliole ‘le pere’, Voc.

c. 475 – da poi che se sega il fieno ‘sempre’, N.M.

c. 476 – dare a lato ‘andare presto’, ‘torsi via’; andare presto, dar a lata; tuorsi via, dar a lata, N.M.

c. 490 – di quaserna ‘di qua’, Voc.

c. 493 – dolcioso ‘latte’; latte dolzoso, N. M.

c. 500 – dragon de farda ‘dottor de medicina’, N.M.

c. 501 – dragon del gran soprano ‘dottor de legge’, N.M.

c. 514 – essere accerrato da la magra ‘morire’, N.M.

c. 527 – fare canzona ‘parlare e intendersi insieme di qualche ordine di giuntamenti’, Nota.

c. 536 – fatappio ‘l’orso’, Voc. [tramite una ricerca sulla “Lessicografia della Crusca in rete”, si noti che il fatappio, in tutte le edizioni dei Vocabolari della Crusca, è inteso come una specie di uccello e che, all’interno del lemma, la fraseologia relativa proviene dal “Morgante” di Pulci].

c. 552 – fillare ‘haver paura’, N.M.

c. 553 – filogi del poltro ‘le lenzuola’, Voc.

c. 557 – focharda ‘la pentola’, Voc.

c. 561 – foie ‘carte da giocare’, N.M.

c. 566 – formare ‘dire in rima’; dire oration, [dire] in rima, formare, N.M.

c. 579 – fùlgori ‘rutti’, N.M.

c. 594 – ghaighare ‘el bere’, Voc.

c. 598 – galetti de morfa ‘rutti’, N.M.

c. 600 – galvan ‘bordello’; bordello, galvano, N.M.

c. 604 – garolpho ‘gatto’; gatto garolpho (per errore: gazolpho), N.M.

c. 614 – gimignano ‘povero’, Nota.

c. 615 – gimo ‘el vino’.

c. 616 – ginaldo ‘cane’, N.M.

c. 617 – giornetta bruscante ‘la notte’, Voc.

c. 618 – giornetto albo ‘el dì’, Voc.

c. 627 – il gobbo montagna (per errore: mant-) ‘io’; io, il gobbo montagna, N.M.

c. 628 – gonzo ‘menchion’ e ‘villano’; ignorante, gonzo; menchione, gonzo, N.M.

c. 633 – gracchiantine ‘e polli’, Voc.

c. 634 – gracchiantino ‘el gallo’, Voc.


Nomi

Franca Brambilla Ageno
Brianti
Luigi Pulci
Martin Löpelmann
Giovanmaria de Micheli
Antonio Maria di Sivieri
Guglielmo Volpi

Luoghi

Roma
Firenze
Bergamo

Ordinamento

Le carte sono state numerate a lapis da 1 a 634.

Scheda a cura di

Caterina Canneti

Revisione a cura di

Elisabetta Benucci