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Scheda di archivio


Collocazione


Livello di descrizione

SottoFascicolo

Titolo

Blocco, appunti vari

Data Iniziale

1959

Data Finale

1978

Consistenza

8 cc.

Contenuto

Blocco note con appunti autografi di Franca Ageno riguardo a questioni varie di lessico e letteratura. Qui di seguito se ne descrive il contenuto:

c. 1 – Parole invecchiate o sparite:
ragionare = discorrere; discorrere = scorrere; togliere = prendere; cotta = veste da donna; prestare = lat. prestare […]; reggimento = comportamento; costume = educazione; drappello = bandiera; servire = meritare (Guittone, Dante); meritare = rimeritare, premiare.

c.2 – La canz. sacchettiana “Quanto più penso al tempo mio passato” (LIV del “Libro delle Rime”) si riallaccia alla tradizione delle invettive contro Amore, iniziate dalla canz. VII di Guittone, “Ahi Deo, che dolorosa” e che comprende la canzone “Chi ‘mprenia disse ‘amore’” (XIX ediz. Menichetti) del fiorentino Chiaro Davanzati. V. anche Panuccio, “Considerando la vera partenza”.

c. 3 – Nel famoso sonetto petrarchesco “Passa la nave mia” (CLXXXIX) è notevole la presenza di ‘oblio’ (v. 1) e di ‘ignoranza’ (v. 11), che formano un settenario (v. 50) nella canzone dantesca “Amor, da che convien pur ch’io mi doglia (CXVI).

c. 4 – In appendice alla prima edizione dei “Canti di Castelvecchio”, il Pascoli pubblicava tre poesie della sorella Maria, una della quali, un sonetto, è intitolata “Rimpianto”:
Anch’io, nei dolci sogni di mia vita, / sognai di voi, che mai non vidi e sento / garrire nella mia stanza romita, / figli, con voci piccole d’argento.
Non è certo casuale la coincidenza di espressioni con un sonetto di Pier Jacopo Martello per il figlioletto Osmino:
Odo una voce tenera d’argento, / donde uscita non so, chiamarmi a nome.
Si noti che si ripete anche la rima: argento:vento:sento.

c. 5 – Di Eustachio Manfredi sono lodate in particolare le rime sul tema della monacazione, «reso poetico da un sospiro di nostalgia per una fuga dal mondo di dolci figure giovanili unito ad una sincera nota di ammirazione e di interesse per la vita spirituale che si svolgeva in quelle candide anime femminili» (W. Binni, in “Storia della letteratura italiana”, 2, vol. VI, “Il Settecento”, Milano, Garzanti, 1968, p. 378 -Direttori: Emilio Cecchi e Natalino Sapegno). In una di queste rime, un sonetto, si coglie una reminiscenza prossima del più famoso episodio della “Gerusalemme Liberata”, la morte di Clorinda: l’elmo empiè nel ponte Tancredi / e tornò mesto al grande ufficio e pio (XII, 67, 3-4).
Il sonetto del Manfredi comincia:
Vergini, che pensose a lenti passi / da grande ufficio e pio tornar mostrate.

c. 6 – Poema secentesco in quattro canti – Prom. Sp.

c. 7 – G. B. Guarini, “Pastor fido”, Atto II, Scena V: celebrazione della «felice pastorella»:
Per lei di nembi il ciel s’oscura indarno, / E di grandine s’arma, ché la sua povertà nulla paventa; / Nuda sì, ma contenta.
Giacomo Leopardi, “Coro di morti”, nel “Dialogo di Federico Ruysch e delle sue mummie”:
Come da morte / Vivendo rifuggia, così rifugge / Dalla fiamma vitale / Nostra ignuda natura; / Lieta no ma sicura.

c. 8 – G. B. Guarini, “Pastor fido”, Atto I, Scena I
Silvio: Altro pensiero appunto / I sommi Dei non hanno; appunto questa / L’almo riposo lor cura molesta!

Nomi

Franca Ageno
Guittone
Chiaro Davanzati
Panuccio da Bagno
Giovanni Pascoli
Pier Jacopo Martello
Eustachio Manfredi
Walter Binni
Emilio Cecchi
Natalino Sapegno
G. B. Guarini
Giacomo Leopardi
Federico Ruysol

Luoghi

Milano

Ordinamento

Le carte sono state numerate a lapis da 1 a 8.

Scheda a cura di

Caterina Canneti

Revisione a cura di

Elisabetta Benucci