U.D. Carteggio
Chiari, Alberto
Sisca, Alfredo
Sisca, Alfredo 15
28 gennaio 1974
1 c.
Sisca confida a Chiari che con la sua lettera ha messo in crisi il principio di strutturalismo dei suoi scritti, poiché le osservazioni sul primo verso del Canto VII dell’Inferno dimostrano come non sia tutto spiegabile attraverso una struttura, secondo una idonea valutazione logica e filologica. Riferisce che il suo interesse era rivolto alle antitesi dei simboli e che le sue rimangono “semplici ipotesi di lettura”. È onorato di avere a riguardo l’attenzione di Chiari, che reputa suo maestro e gli confida che le sue lettere sono tra le poche ad essere per lui consolatorie, come quelle scritte dai professori Devoto e Bosco. Si rammarica poi di aver deciso di fare il preside a Napoli, dove ci sono sempre troppi problemi e contraddizioni. Vorrebbe infatti avere un po' più di tempo da dedicare a se stesso e in tal modo “riprendere la pace delle letture e dei pensieri”. Sostiene che fare “opera di cultura e di democrazia” nella scuola è certo qualcosa di buono, ma allo stesso tempo di molto rischioso. Lo esorta, qualora Chiari dovesse “scendere verso il sud”, ad avvertirlo per programmare un loro incontro. Lo saluta con stima.
Il pezzo è stato adesso numerato a matita con il numero 15.
Alessia Mainelli
Elisabetta Benucci