U.D. Carteggio
Arrighi, Niccolò
50. Minuta di lettera di Giovan Battista Zannoni a Niccolò Arrighi del 1823
post 21 maggio 1823
1 quaderno costituito da 6 bifogli legati insieme con uno spaghino.
La minuta di lettera di Giovan Battista Zannoni, Accademico Segretario, è indirizzata a Niccolò Arrighi, Segretario del Dipartimento delle revisioni e sindacati. Zannoni risponde ad Arrighi che accusa l'Accademia di aver trasgredito, nell'amministrazione dell'anno 1823, gli ordini del Granduca Ferdinando III, ricevuti tramite lui. L'Accademia infatti avrebbe dovuto uniformarsi al sistema che si pratica negli altri Uffici per le somme a lei destinate; spendendo più del dovuto, avrebbe dovuto sottoporre le spese straordinarie eccedenti di lire 200 all'approvazione sovrana. Zannoni procede quindi a rispondere alle osservazioni punto per punto:
1. L'Accademia riconosce di aver speso oltre la sua assegnazione; la causa nella confusione dei conti è nella non presenza del Massaio Francesco Tassi, a causa del suo incarico come bibliotecario presso la Palatina. Tuttavia, appena gli Accademici si sono accorti delle spese eccedenti, hanno sospeso i lavori per il "Vocabolario".
2. Zannoni osserva che le spese ordinarie, cioè per il "Vocabolario", non cadono sotto l'approvazione sovrana.
3. Aggiunge che le spese per il "Vocabolario" sono spese ordinarie, in quanto il primo articolo delle "Costituzioni" dell'Accademia riporta che essa ha per oggetto principale i lavori per il "Vocabolario".
4. Zannoni ribadisce che l’Accademia ha un Massaio che ha il compito di riscuotere le somme che sono pagate all'Accademia, di tener la cassa e di fare le spese occorrenti per la Libreria e altro. Gli Accademici si affidano, per le decisioni amministrative, al Massaio, all'Arciconsolo e al Segretario.
5. Con quanto detto sopra, viene soddisfatta anche la quinta osservazione, nella quale si domanda copia del "partito accademico" che ha stabilito la tassazione dei lavori per il "Vocabolario".
6. L’Accademia non ritiene opportuno far votare gli Accademici per sottoporre all'approvazione sovrana le spese eccedenti come da rescritto sovrano che assegna la dote annuale all'Accademia.
7. Alla domanda come mai in Crusca lavorino, oltre a un copista stipendiato e concesso dal Granduca, altri copisti, Zannoni risponde che un solo copista non è sufficiente all'Accademia perché tanti sono gli impieghi al suo interno, non solo per il "Vocabolario", ma anche per il "Diario" e le "Lettere". Per questo l'Accademia ha ritenuto, come altri Uffici, di non chiedere nulla al Granduca per non aggravare l'Erario.
Zannoni conclude osservando che l'Accademia non credeva di doversi difendere da alcuna accusa perché ha sempre ubbidito ai rescritti sovrani e se ha speso di più è stato per pagare i lavori per il "Vocabolario", che sono "il principale, anzi l'unico scopo delle sue occupazioni".
Il testo della minuta è disposto sulla colonna di destra. Nella colonna di sinistra della prima carta è riportato: "All'Ill[ustrissi]mo Sig[nor] Niccolò Arrighi Segretario del Dipartimento delle revisioni e sindacati L'Accad[emia] della Crusca"; a lapis di mano di Severina Parodi: "Anno 1823 c[opia] l[ettere] n° 106 pag. 92-102".
Giovan Battista Zannoni
Niccolò Arrighi
Granduca di Toscana Ferdinando III
Francesco Tassi
Severina Parodi
La minuta di lettera è conservata nell'Archivio piano terra 1, armadio I, fascetta 596.
Si tratta di 1 quaderno, che è formato da 6 bifogli numerati ora a lapis per carta con i nn. da 64 a 75 compreso. Nell'angolo superiore sinistro è presente la numerazione per lettera, corrispondente al n. 50.
Fiammetta Fiorelli
Elisabetta Benucci