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Scheda di archivio


Collocazione


Livello di descrizione

Fascicolo

Titolo

8. “Sormani Moretti Carlo”

Data Iniziale

3 gennaio 1829

Data Finale

10 luglio 1833

Contenuto

Il fascicolo, intestato originariamente “Sormani Moretti Carlo” (fratello di Claudiano, al quale è intitolato il fascicolo successivo), raccoglie 23 lettere di Carlo Sormani Moretti a Giuseppe Manuzzi (probabilmente non tutte autografe). Nello specifico contiene: A, Due fogli dattiloscritti con regesti di alcune lettere contenute nel fascicolo; 1, Lettera di Carlo Sormani Moretti a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Reggio 3 gennaio 1829, con la quale lo ringrazia del dono dell’iscrizione manuzziana in morte di Antonio Cesari. Circa gli autografi di lettere di Cesari che Manuzzi sta raccogliendo, si mostra disponibile a mandare quelle indirizzate lui e agli amici ai quali le ha richieste (Pezzana, Colombo, Negri); lo avverte tuttavia di aver saputo, tramite il canonico Giuliari, che un “Veronese si dà attorno per raccogliere lettere del Cesari, col medesimo proponimento poi di stamparle”; 2, Lettera di Carlo Sormani Moretti a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Reggio 16 gennaio 1829, con la quale gli invia le copie delle poche lettere in suo possesso, ma gli conferma la disponibilità di altri studiosi, come Pezzana e Colombo, a collaborare; 3, Lettera di Carlo Sormani Moretti a Giuseppe Manuzzi, 9 marzo 1829, con la quale invia accluse “le quaranta lettere del nostro dolcissimo Cesari, avute dalla gentilezza del Ch. Avv.o Pezzana” e lo informa di aver visitato l’abate Michele Colombo, ottantaduenne, che gli ha fatto leggere un “principio di Ragionamento da lui abbozzato nel quale piange tante illustri perdite dell’Italia in questi ultimi mesi; e spezialmente del Cesari, del Monti, d’Ugo Foscolo, di Pindemonte”, accennandogli anche alle “Iscrizioni del Giordani”; 4, Lettera di Carlo Sormani Moretti a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Reggio 1 aprile 1829, nella quale parla delle lezioni di Michele Colombo, ringrazia per l’“Antidoto” di Cesari, e scrive di Pietro Giordani: “Ella mi dimanda il parer mio intorno alle due Iscrizioni del Giordani, da Lei trascrittemi […] e mi dice ‘Le due che le trascrivo non sono forse bellissime? Nette, sugose, chiare, brevi?’ Schiettamente rispondo […] Al Giordani, lode di acuto ingegno, di ottimo gusto in fatto di nostra lingua, e di elegante e dotto scrittore […] ma quel suo modo di pensare alla ‘liberale’, quell’animo fiero, che tutto traspare negli scritti di lui”; 5, Lettera di Carlo Sormani Moretti a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Reggio 19 maggio 1829, nella quale lo ringrazia di essersi adoperato nella ricerca per suo conto dell’opuscoletto "Actio Panthea" e delle notizie intorno all’arcivescovo “Juliario”; si duole della lentezza dei veronesi nel rispondere alla richiesta di lettere di Cesari e degli errori editoriali su "L’Antidoto" del Cesari, che ha ricevuto dal canonico Pietro Scanalli; 6, Lettera di Carlo Sormani Moretti a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Reggio 21 giugno 1829, con la quale presenta il nobile Giuseppe Turri di Reggio e tramite lui invia un “libricino” di certo Monterossi per un parere; 7, Lettera di Carlo Sormani Moretti a Giuseppe Manuzzi a Firenze, di Villa il 17 settembre 1829, dove chiede un parere sull’edizione dello “Specchio de’ Peccati del Cavalcanti, ridotto a miglior lezione” da Francesco Del Furia, sottolineando che preferisce “il modo dal nostro Cesari tenuto nel ridurre la Vita del R. Colombini, scritta da Feo Belcari”; 8, Lettera di Carlo Sormani Moretti a Giuseppe Manuzzi, di Villa 1 novembre 1829 (con post scriptum di G. Monterossi), nella quale riferisce delle sue conversazioni intorno alle opere di Cesari con padre Morelli e Pietro Manuzzi (in casa Monterossi) e lo avverte che latore della presente sarà il conte Giovan Battista Giuliari di Verona, “il quale va a Roma per apprendere le Scienze Sacre”; 9, Lettera di Carlo Sormani Moretti a Giuseppe Manuzzi, di Villa 27 febbraio 1830, nella quale parla a lungo delle opere di Cesari e lo informa che il 4 febbraio [1830] si è tenuta in Arcadia un’Accademia in onore dello scrittore veronese; lo ragguaglia anche su trattenimenti letterari con “parecchie belle poesie […] lette di Mezzanotte, di Ricci, di Parenti, di Muzzarelli; 10, Lettera di Carlo Sormani Moretti a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Reggio 7 giugno 1830, nella quale annuncia il suo trasferimento a Firenze e chiede notizie su alloggi e locande; 11, Lettera di Carlo Sormani Moretti a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Reggio 17 giugno 1830, con richieste di informazioni riguardo al suo imminente trasferimento a Firenze; 12, Lettera di Carlo Sormani Moretti a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Reggio 24 giugno 1830, con la quale avvisa del suo imminente arrivo a Firenze; 13, Lettera di Carlo Sormani Moretti a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Reggio 29 giugno 1830, con la quale lo informa di aver trovato una camera in Via S. Egidio; 14, Lettera di Carlo Sormani Moretti a Giuseppe Manuzzi a Roma (“in casa il Principe Chigi”), Reggio 29 gennaio 1831, nella quale accenna al suo matrimonio con la “Baronessa Dorotea Testa, figlia del Barone Gaetano Testa e della Contessa Teresa Guarnieri di Piacenza. […] Mi reca in dote dugentomila franchi; e quel ch’è più un caro viso; e più ancora un’indole docile e pacifica”; lo informa che presto manderà “alquante lettere del Cesari, da arrogare alle altre, che mi furon promesse da un Cav.e Canonico di Parma”; 15, Lettera di Carlo Sormani Moretti a Giuseppe Manuzzi a Firenze, 3 giugno 1831, nella quale loda le dodici “bellissime” iscrizioni di Manuzzi ricevute per mezzo del conte Valdrighi, lo informa che “quel cotal Canonico di Parma, che m’avea promesso alcune lettere del P. Cesari, mi fallì fin qui alla promessa” e che il conte Giuliari lo saluta; 16, Lettera di Carlo Sormani Moretti a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Reggio 26 aprile 1832, con riferimenti a varie calamità (rivoluzioni, congiure e terremoti) e alla morte del giovane Leopoldo Staccoli, che Sormani aveva conosciuto in collegio e al quale Manuzzi ha dedicato un’iscrizione funebre (cfr. anche il necrologio su Staccoli e sull’iscrizione di Manuzzi nell’“Antologia” di Vieusseux, vol. V, 1832, p. 202); gli invia inoltre alcuni esametri dell’abate Tarasconi e spera di spedirgli presto “un Articoletto in forma di Lettera a me diretta dal Co. Ab. Giuliari, intorno un ms. autografo di Feo Belcari, nel quale è fatta di Lei onorevol menzione”; 17, Lettera di Carlo Sormani Moretti a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Reggio 15 agosto 1832, nella quale si fa riferimento, polemicamente, alla nuova edizione del "Fior di storie" di Silvestri e lo informa della raccolta di sottoscrizioni per la stampa delle lettere di Cesari curata da Manuzzi; 18, Lettera di Carlo Sormani Moretti a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Di Villa 13 settembre 1832, con riferimenti alla raccolta di sottoscrizioni per la stampa delle lettere di Cesari curata da Manuzzi, cenni alla prossima pubblicazione della vita del Cesari “scritta dal Dr. Bonfanti, giovane assai studioso di nostra lingua” e a quella curata dal Villardi per i tipi della Minerva di Padova; 19, Lettera di Carlo Sormani Moretti a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Reggio 26 settembre 1832, nella quale, dopo averlo ragguagliato sulla raccolta di associazioni per la stampa delle lettere di Cesari, lo informa dell’edizione, fatta in Padova per i tipi della Minerva, delle opere di Michele Colombo e ne trascrive l’indice; 20, Lettera di Carlo Sormani Moretti a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Reggio 10 marzo 1833, nella quale scrive su dei componimenti latini dell’abate Tarasconi e accenna a suo padre che ha ricevuto la carica di consultor di governo da S.A.R. l’arciduca; 21, Lettera di Carlo Sormani Moretti a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Reggio 10 luglio 1833, nella quale lo avverte di aver scritto una lettera diretta a Giuliari, dove prende le sue difese dalle accuse di Villardi: “Dell’ Ab. Giuseppe Manuzzi, contro le villanie dettegli dal troppo noto P.M. Villardi nella sua (così da Lui intitolata) Vita del Cesari […] Il Giuliari leggerà la mia Lettera nella nuova Accademia de’ collaboratori del Poligrafo: e se sarà stimata da tanto, vedrà la luce in qualche numero del predetto Giornale”; lo informa anche che Bofondi lo accompagnerà in villeggiatura, in quanto precettore del suo fratellino di cinque anni; 22, Lettera di Carlo Sormani Moretti a Giuseppe Manuzzi a Firenze, s.d. e s.l. (il timbro porta la data poco leggibile 22 luglio 1830?), alla quale allega una lettera del Valdrighi; lo informa che a Parma ha ricevuto la visita dell’abate Colombo, che gli recato in dono “due suoi piccoli opuscoletti. L’uno intitolato ‘Lezione intorno al favellare e allo scriver con proprietà’, l’altro ‘Ragionamento sopra una stanza della Gerusalemme Liberata’; amendue recentissimi”; 23, Lettera di Carlo Sormani Moretti a Giuseppe Manuzzi a Firenze, s.d. e s.l. [ma a tergo, accanto all’indirizzo, è indicato: “Ris li 16 nov.bre 1830-31] nella quale gli trascrive un brano della lettera del 24 settembre 1830 ricevuta da Michele Colombo, dove loda lo scritto di Manuzzi su Cesari; lo informa che Monterossi non ha potuto dir messa per un periodo piuttosto lungo.

Scheda a cura di

Elisabetta Benucci

Revisione a cura di

Elisabetta Benucci