Fascicolo
2. "Azzocchi Tommaso (2)"
14 settembre 1842
12 dicembre 1851
Il fascicolo, intestato originariamente “Azzocchi Tommaso (VI) (1851)”, contiene 31 lettere di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi, per il periodo 14 settembre 1842 - 12 dicembre 1851; le lettere hanno un’antica numerazione progressiva a matita da 142 a 172. Il fascicolo contiene: 1, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 14 settembre 1842 (già numerata 142 a matita), dove si affrontano questioni sia letterarie che inerenti la loro amicizia; 2, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 5 gennaio 1848 (già numerata 143 a matita), nella quale lo invita a recarsi a Roma; 3, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 18 febbraio 1848 (già numerata 144 a matita), con complimenti; 4, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, 22 settembre del 1848 (già numerata 145 a matita), dove si lamenta di non potersi muovere da Roma a causa del servizio dovuto al Papa, al quale si dedica fin dal 1814; 5, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, 9 gennaio 1849 (già numerata 146 a matita), nella quale comunica di aver ricevuto l’edizione delle “Epistole di s. Bernardo, altra testimonianza delle tue continue fatiche”; 6, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 3 agosto del 1849 (già numerata 147 a matita), nella quale ringrazia per il “Trattato del ben vivere”, ricevuto mentre si trovava “confinato” nel monastero di Grottaferrata. Gli racconta di esser stato “fuggiasco” per quasi 9 mesi, lontano da Roma, senza denaro e con abiti inadeguati alla stagione primaverile; 7, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 22 settembre 1849 (già numerata 148 a matita), nella quale ringrazia per le “Tre epistole” e le “Quattro leggende” pubblicate dal Manuzzi e da lui inviategli; 8, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 21 dicembre 1849 (già numerata 149 a matita), nella quale chiede ragguagli sulle 30 copie del suo “Fedro”, che “qualcuno voleva”. Lo informa che sta ristampando i suoi “Avvertimenti” che “se mi mantengono la parola, serviranno le scuole”; 9, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 9 gennaio 1850 (già numerata 150 a matita), nella quale lo informa di aver ricevuto le “Iscrizioni” del Manuzzi: anche Bresciani e Betti “le hanno avute subito, e ti ringraziano per mio mezzo”; lo avvisa inoltre che sta correggendo la stampa della seconda edizione dei suoi "Avvertimenti"; 10, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 2 febbraio 1850 (già numerata 151 a matita), dove dà notizia di scambi di pubblicazioni tramite corrieri (gli “Avvertimenti”, in particolare) e gli chiede se sia interessato “a succedere al primo Custode della Vaticana defunto”; 11, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 19 febbraio 1850 (già numerata 153), nella quale chiede un giudizio sui suoi “Avvertimenti”, lo invita ad avvertire Borgnana del ricevimento della lettera e lo informa che Bofondi sostiene “che già ogni cosa sia stabilita”; 12, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 23 febbraio 1850 (già numerata 152), dove parla dei candidati a “primo Custode della Vaticana”; 13, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma, 22 marzo 1850 (già numerata 154 a matita), nella quale si affrontano alcune questioni lessicali su alcuni termini, tra i quali, “sabbarè”, “cabbaré”, “bacile” o “bacino”, “schifo” per “vassoio”, “manicone”; 14, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 6 maggio 1850 (già numerata 155 a matita), dove gli offre ospitalità nel caso che Manuzzi decida di andare a Roma; 15, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 25 giugno 1850 (già numerata 157 a matita), nella quale fa riferimento alla rovina della casa Borghese e alla persona del cardinal Bofondi; 16, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 30 giugno 1850 (già numerata 156 a matita), nella quale, con toni scherzosi e confidenziali, si duole che “dopo 60 anni di vita ho saputo da te […] che, per venire da Firenze a Roma, ci voleva la tasca piena a ribocco…”; 17, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 9 agosto 1850 (già numerata 158 a matita), dove, in particolare, scrive: “Eccoti il foglio del Betti; ma dico io, prima di metter mano alle lettere del Giodani, perché non finisci di pubblicare quelle del Cesari? Dai compimento a queste, e poi comincia quelle”; 18, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 12 settembre 1850 (già numerata 159 a matita), dove si accenna alla crisi del mecenatismo romano; 19, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Forlì, Roma 24 ottobre 1850 (già numerata 161 a matita), dove lo rassicura dell’aiuto di Borgnana nelle questioni che riguardano Manuzzi con il Ministero delle Finanze; 20, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 18 dicembre 1850 (già numerata 160 a matita), nella quale fornisce indicazioni sul mondo letterario romano, parla della morte del priore Ricasoli e gli riferisce della breve visita del Borgnana; 21, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 7 gennaio 1851 (già numerata 162 a matita), con ancora riferimenti al Borgnana ed elogi di Betti (anche se non concorda con lui in fatti di lingua); 22, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 8 febbraio 1851 (già numerata 163 a matita), nella quale fa riferimento a tal Jacobini ministro dei lavori pubblici che è ben disposto verso Manuzzi e a una lettera dedicatoria della quale Manuzzi stesso dovrà parlare “col Bofondi, quando verrai a cominciare la stampa”; 23, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Terra del Sole, Roma 13 marzo 1851 (già numerata 164 a matita), dove accenna al vocabolario di Manuzzi: “pare che ti vogliano dare la carta per sole mille copie; del che potresti anche contentarti”; 24, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 29 aprile 1851 (già numerata 165 a matita), dove elogia il vocabolario di Manuzzi e lo informa sui circoli letterari romani; 25, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 12 maggio 1851 (già numerata 166 a matita), con riferimenti al vocabolario di Manuzzi: “Dice dunque il Borgnana che la carta per le 1500 copie è bella e pronta”; 26, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma, 26 giugno 1851 (già numerata 167 a matita), dove mostra preoccupazione per il fratello di Manuzzi che è gravemente infermo; 27, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 21 luglio 1851 (già numerata 168 a matita), nella quale chiede notizie del fratello di Manuzzi e lo informa di un suo viaggio a Osimo; 28, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Osimo 27 agosto 1851 (già numerata 169 a matita), con la quale gli rivolge calorosi inviti perché lo raggiunga a Roma; 29, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 19 settembre 1851 (già numerata 170 a matita), nella quale, dopo aver parlato a lungo della paralisi che ha colpito il cardinale Soglia, accenna alle difficoltà per la stampa dell’opera di Manuzzi, che il Ministro (pontificio) vorrebbe stampare in 200 copie; 30, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 31 ottobre 1851 (già numerata 171 a matita), nella quale informa che il cardinale Soglia è in via di guarigione; gli chiede, nel caso Manuzzi si recasse a Roma, di portargli “qualche altro ritratto de’ Classici. Sarei assai contento se si potesse trovare il Davanzati, il Casa, il Cavalcanti e il Passavanti” (non è chiaro se si tratti di profili letterari o di immagini); 31, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 12 dicembre 1851 (già numerata 172 a matita), nella quale affronta questioni relative alla ristampa del vocabolario desiderata da Manuzzi, invitandolo alla cautela nel ricordargli la necessità di disporre di un numero di soci sufficiente a sostenere le spese di pubblicazione.
Elisabetta Benucci
Elisabetta Benucci