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Scheda di archivio


Collocazione


Livello di descrizione

Fascicolo

Titolo

3. “Azzocchi Tommaso (3)”

Data Iniziale

24 agosto 1853

Data Finale

24 settembre 1862

Contenuto

Il fascicolo, intestato originariamente “Azzocchi Tommaso (VII) 1854-1857”, contiene 54 lettere di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi, per il periodo 24 agosto 1853 - 24 settembre 1862, più un documento: 1, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Osimo 24 agosto 1853, nella quale gli comunica il suo imminente ritorno a Roma; 2, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 18 ottobre 1853, Azzocchi, dove gli racconta un incidente occorsogli viaggiando in carrozza; 3, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 11 gennaio 1854, nella quale, in merito alla progettata nuova edizione del Vocabolario di Manuzzi, lo consiglia di aspettare “il fine della guerra”; 4, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 10 luglio 1854, con notizie personali; 5, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Osimo 18 agosto 1854, nella quale lo avverte di trovarsi a Osimo e si lamenta di non avere sue notizie da tempo né di avere occasioni per incontrarsi; 6, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Osimo 30 agosto del 1854, con notizie personali; 7, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma, 22 settembre 1854, nella quale parla a lungo di un imprecisato comune amico L.B. e dell’omaggio del suo bel libro (con alcuni errori di stampa); 8, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 11 novembre 1854, nella quale accenna “a tal dispensa” per il Manuzzi e alle operazioni per ottenerla; 9, Lettera (ma potrebbe essere anche una minuta, per la grafia di copista e la mancanza della firma) di Tommaso Azzocchi a destinatario ignoto [probabilmente a Giuseppe Manuzzi] s.l. e s.d. [ma 23 dicembre 1854, come si evince dalla nota autografa di Manuzzi a tergo della lettera], dove si affronta la questione delle operazioni burocratiche per la “dispensa” della quale si parla nella lettera precedente; 10, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, s.l. e s.d. [ma dicembre 1854-gennaio del 1855 dalla nota autografa di Manuzzi a tergo della lettera: “Ris li 3 del 55”], dove lo informa sulle nuove della Curia romana e della Segreteria dei brevi in particolare; 11, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 10 gennaio 1855, dove lo consiglia, sempre per la questione della “dispensa” e dei suoi desiderata, di scrivere all’amico Bofondi, allegandogli la supplica per il potente cardinale Pietro Marini, da cui “dipende ogni cosa”: Bofondi potrà fare da tramite; 12, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 23 febbraio 1855, nella quale descrive le sue condizioni di salute e accusa ricevuta di alcuni denari mandatigli da Manuzzi tramite il padre Zanobi; 13, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 11 marzo 1855, con considerazioni su Bofondi e su Marini circa i desiderata di Manuzzi; 14, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 12 aprile 1855, nella quale lo informa che “l’affare è fatto”, grazie alle intercessioni di Bofondi; 15, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma s.l. e s.d. [ma 2 gennaio 1856, dalla nota autografa di Manuzzi a tergo della lettera], nella quale accenna, con toni molto confidenziali, alla reciproca salute; interessanti sono i riferimenti alla persona del papa e a comuni amici; 16, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 12 marzo 1856, nella quale lo informa che manderà “quel mio Vocabolario, e tu […] mel pagherai a moneta sonante”; si sofferma poi sull’uso di “Mio carissimo”, sul quale Manuzzi non è d’accordo e lo esorta a consultare il Forcellini alla voce “Meus”, dove troverà “parecchi esempi contro la tua opinione”; 17, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, 10 aprile del 1856 [dall’annotazione a tergo, probabilmente di Manuzzi], con considerazioni e consigli sulla scelte lessicali per il vocabolario; 18, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma, 20 maggio 1856, dove gli comunica che “il tuo bisnipote o i suoi parenti non possono godere di quel bene, che brigavamo far loro avere”; 19, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 9 luglio 1856, nella quale, dopo averlo informato di avere “finalmente ricevuto le tazze”, si dice dispiaciuto per non aver potuto visitare il cavalier Arrighi; 20, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze Roma 12 febbraio 1857, nella quale racconta del cav. Arrighi e della morte del cardinale Soglia; 21, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 5 marzo 1857, nella quale comunica che “al Melga detti la copia delle lettere cesariane, delle quali mi rimangono 4 copie”; aggiunge che “i libri del Rezzi (così mi hanno detto) saranno presto venduti all’incanto. Esso ne avea molti e buoni”; 22, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 11 maggio 1857, dove lo informa che sta a Perugia, anche se gli scrive da Roma; si sofferma su Gregorio XVI e sul cav. Arrighi; 23, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 14 luglio 1857, dove gli comunica che si recherà alla villa di Bagnaia, presso Viterbo, dopo aver avuto problemi di salute, e lo invita a Roma; 24, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Bagnaia 13 agosto 1857, dove lo esorta a donare copia del suo vocabolario al cav. Arrighi; 25, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 4 settembre 1857, nella quale commenta la notizia “che il padre Morelli ha portato la tua Crusca al Papa“ e lo informa che ne è stata regalata una copia anche a Moroni (Gaetano); 26, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 17 ottobre 1857, dove, con toni confidenziali, si sofferma sull’episodio del vocabolario di Manuzzi donato al Papa; gli chiede infine di salutare per lui il cav. Arrighi, l’amico Bibliotecario e il priore Ricasoli; 27, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 5 gennaio del 1858, nella quale lo avverte del suo prossimo viaggio in Toscana; 28, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 29 gennaio 1858, dove lo informa di aver consegnato il manoscritto del suo Cornelio allo stampatore; 29, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 2 giugno 1858, nella quale lo avverte che gli manderà una copia del suo Cornelio; loda il cav. Arrighi, mentre è risentito verso Viani, che ha criticato la sua opera; 30, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 1 luglio 1858, dove lo informa di un suo viaggio a Pisa e lo invita a Roma; 31, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Pisa 22 luglio 1858, dove annuncia una sua prossima visita fiorentina, durante la quale si augura di conoscere il cav. Arrighi; 32, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Pisa 24 luglio 1858, dove, raccontando del suo viaggio in Toscana, si rammarica di non aver potuto incontrare il granduca Leopoldo II e la sua famiglia, che erano ai Bagni di Lucca; ha tuttavia conosciuto il maggiordomo della granduchessa (Maria Antonietta); 33, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 3 ottobre 1858, con la quale spedisce in omaggio, tramite il religioso padre Vincenzo, alcune copie del suo Cornelio, che a detta del priore Ricasoli, si “potrebbero spacciare facilmente da cotesti librai” e lo prega di aiutarlo nelle vendite; gli chiede infine se la Corte granducale ha gradito questo suo libro, recapitatogli dal cavalier Arrighi; 34, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 1 dicembre 1858, nella quale annuncia l’invio di 20 copie del suo Cornelio e si augura che Manuzzi possa venderle con l’aiuto del priore Ricasoli; chiede notizie di Viani; 35, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 26 gennaio 1859, dove chiede notizie di Gaetano Trevisani che gli ha spedito forse per errore due copie “del § 2 della Matelda”, ma nessuna copia del primo; 36, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 29 ottobre 1859, nella quale ringrazia del dono della seconda edizione del vocabolario di Manuzzi e gli promette di impegnarsi per trovare associati all’opera; 37, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 11 novembre 1859, dove racconta di incontri deludenti relativi a certe sue aspettative, sia col pontefice che con Basi, che aveva promesso di trovare associati all’edizione del Manuzzi; chiede ancora i recapiti di Gaetano Trevisani, da cui ha ricevuto due copie del secondo paragrafo della sua Matelda dantesca “senza avermi mandato il primo” (vd. qui lettera 35); 38, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 2 dicembre 1859, dove lo informa che Basi è disponibile a trovare associati all’impresa editoriale del Manuzzi; scrive inoltre che leggendo il Paradiso di Dante del Cesari ha trovato tre parole che lo incuriosiscono: “smonacata”, “poppata di latte” e “vicebattesimi”; 39, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 10 marzo 1860, nella quale lo informa di non aver ricevuto l’undicesima dispensa del vocabolario di Manuzzi; 40, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 24 aprile 1860, nella quale lo informa di aver ricevuto dal cav. Bofondi due pacchi di pubblicazioni; si dispiace che la distanza impedisca loro di incontrarsi di persona; 41, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 13 maggio 1860, Azzocchi, dove lo informa di aver ricevuto l’undicesima dispensa del vocabolario di manuzziano e di aver già pagato l’importo al Cicconetti; lo informa inoltre di aver preparato l’errata corrige per i due errori presenti nel suo Cornelio; 42, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 11 luglio 1860, dove gli comunica la sua prossima partenza per Rocca di Papa; 43, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 3 ottobre 1860, dove racconta della sua villeggiatura a Frascati e a Rocca di Papa, anche se la sua salute non è migliorata: per questo chiede di pregare per lui; 44, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 4 gennaio 1861, nella quale lo avverte di aver ricevuto “le 12 dispense del tuo Vocabolario”; 45, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 20 gennaio 1862, dove racconta del grave malore che ha colpito Bresciani; 46, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 1 febbraio 1861, dove lo consiglia di alloggiare presso Bandinelli, durante il soggiorno a Roma; 47, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Bagnaia 18 agosto 1861, nella quale gli raccomanda di accogliere Gaetano Pellegrini, servitore del Principe Orsini e suo archivista, che si recherà qualche giorno a Firenze; 48, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 14 ottobre 1861, alla quale allega “la lettera per codesto Arcivescovo, senza l’approvazione del quale nulla può farsi”; dà notizie di Bresciani e Pellegrini; 49, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 29 gennaio 1862, dove lo informa della salute degli amici, di Bresciani in particolare, e della morte di Benedetto Romagnoli; 50, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 12 marzo 1862, dove, dopo averlo informato delle gravi condizioni di salute di Bresciani, si sofferma a esaminare la voce del vocabolario manuzziano “Cerna”, proponendogli alcuni esempi tratti dalla Vita di Polidoro da Caravaggio; analogamente parla dei termini “schifetto” e “cabaré”; 51, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma 31 marzo 1862, nella quale lo avverte di aver ricevuto i due pacchi, uno per lui e uno per Cicconetti; circa alcune voci del vocabolario di Manuzzi, si sofferma sia su “suono”, trascrivendogli un esempio tratto dalla vita di Sebastiano Veneziano di Vasari, sia su “scuderia” citata sempre dal medesimo autore; 52, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma, 18 aprile 1862, dove racconta degli onori funebri resi a Bresciani in san Lorenzo in Lucina; lo informa che prenderà la “19a dispensa” da Ciconetti e che appenderà nel suo studio i ritratti di Manuzzi e di Bresciani sotto quello di Boccaccio; 53, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, “Dalla Riccia” 28 luglio 1862, dove lo informa di aver ricevuto “co’ tuoi fascicoli la 2a parte dell’opera del Viani” e gli chiede di mandargli due copie “della 3a parte”; 54, Lettera di Tommaso Azzocchi a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Roma, 24 settembre 1862, dove chiede una copia della prima parte dell’opera di Viani e una copia di “quella Tavola” promessa nell’introduzione; 55, Lettera di mittente ignoto, indirizzata al “Beatissimo Padre”, senza firma, s.l. e s.d., dove si fa riferimento ad un contratto di enfiteusi tra l’Istituto Corbizzi Savorelli e Giuseppe Barzanti di Forlì.

Scheda a cura di

Elisabetta Benucci

Revisione a cura di

Elisabetta Benucci