Fascicolo
8. "Lazzarini Antonio"
11 marzo 1769
4 settembre 1781
Il fascicolo, intestato originariamente “Lazzarini Antonio”, contiene otto lettere, ora ordinate cronologicamente, più un documento riepilogativo: A, Foglio dattiloscritto con breve regesto delle otto lettere; 1, Lettera di Antonio Lazzarini a Giovan Francesco Lancillotti a Staffolo (Ancona), Macerata 11 marzo 1769, nella quale, oltre a dolersi della negligenza del Tribunale che non ritrova i “due Processetti smarriti”, lo invita a Macerata e lo informa di aver scritto una prefazione in latino da premettersi alle opere del proprio zio; 2, Lettera di Antonio Lazzarini a Giovan Francesco Lancillotti a Staffolo (Ancona), Macerata 21 settembre 1772, nella quale trascrive un sonetto composto dal nipote Francesco Amici; 3, Lettera di Antonio Lazzarini a Giovan Francesco Lancillotti a Jesi, “Dal Massaccio di Morro” 12 novembre 1775, nella quale lo informa di non sapere quando Francesco e Guido Gualtieri abbiano insegnato all’Università di Macerata, né di potersi rivolgere all’ormai defunto Ignazio Compagnoni che era informatissimo sull’argomento; 4, Lettera di Antonio Lazzarini a Giovan Francesco Lancillotti a Staffolo (Ancona), Macerata 2 gennaio 1781, nella quale si sofferma sulla scomparsa di alcuni comuni amici ma soprattutto sulla biblioteca del Marefoschi, che per testamento è passata ai suoi eredi ma con l’obbligo di trasportarla a Macerata e di renderla consultabile; 5, Lettera di Antonio Lazzarini a Giovan Francesco Lancillotti a “Macerata per Staffolo” (Ancona), Roma 13 marzo 1781, nella quale riferisce di alcune sue visite fatte in Vaticano alla ricerca di padre Marini, che però non è mai riuscito a incontrare; lo informa inoltre di aver delegato una terza persona per alcune ricerche in Vaticana; 6, Lettera di Antonio Lazzarini a Giovan Francesco Lancillotti a Staffolo (Ancona), Macerata 4 agosto 1781, nella quale, oltre a informarlo che Morichi gli manderà l’articolo delle “Memorie Enciclopediche di Bologna” e a lamentarsi delle cattiverie di padre Zaccaria, gli racconta delle sue occupazioni: “Vado dietro alle cose di mio Zio […] per vendicar la sua fama […] a cui e Zaccaria ed altri maligni impostori han cercato con falsità […] arrecar tenebre e disonore”; 7, Lettera di Antonio Lazzarini a Giovan Francesco Lancillotti a Staffolo (Ancona), Macerata 4 settembre 1781, nella quale parla delle sue relazioni intellettuali, soffermandosi sulle opere di Ludovico Antonio Muratori e di Apostolo Zeno; 8, Lettera in latino [di Antonio Lazzarini?] a Giovan Francesco Lancellotti a Staffolo (Ancona), s.l., s.d. e senza firma, dove informa che ha ricevuto quello che aspettava.
Elisabetta Benucci
Elisabetta Benucci