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Scheda di archivio


Collocazione


Livello di descrizione

Fascicolo

Titolo

3. "Basilio Puoti" (2)

Data Iniziale

10 febbraio 1838

Data Finale

8 maggio 1847

Contenuto

Il fascicolo raccoglie 24 lettere di Basilio Puoti (autografe e apografe) per il periodo 10 febbraio 1838-8 maggio 1847: per la precisione 1 a Leone Finzi, 18 a Ferdinando Ranalli e 5 a Giuseppe Manuzzi. In grave disordine, le lettere sono state ora poste in ordine cronologico e rinumerate correttamente. Nello specifico: 1, Lettera di Basilio Puoti a Leone Finzi a Firenze, Napoli 10 febbraio 1838, con cenni a varie edizioni di vocabolari (in particolare “all’ignoranza di alcuni odierni compilatori di Dizionari”), e a quello di Manuzzi che ritiene un lavoro “dottissimo”; poi chiosa: “Fra tutti i rei di lesa Crusca non dubito di dire che il più reo forse è un Napoletano, il quale, credendo di far pro, molto ha nociuto e sta nocendo alla nostra povera lingua col Vocabolario, che ne va compilando”. Chiede infine a Finzi di informarsi sull’opinione che ha Dal Rio della sua “Grammatica”; 2, (già 1 a inchiostro) Lettera di Basilio Puoti a Ferdinando Ranalli a Firenze, Napoli 27 novembre 1838, nella quale chiede di poter avere, tramite l’intermediario Leone Finzi, una copia dei proverbi fiorentini del Fiacchi, una copia della vita del Colombini, e un esemplare delle lettere di Feo Belcari; 3, (già 2 a inchiostro) Lettera di Basilio Puoti a Ferdinando Ranalli a Firenze, Napoli 6 dicembre 1838, nella quale chiede: “cinque esemplari dell’Elogio del Conte Bourbon del Monte del Niccolini; due dell’Ideologia di Paolo Costa, ed uno de’ Quattro Sermoni dell’Arte Poetica dello stesso Costa”. Chiede notizie degli amici comuni che si trovano a Firenze, segnatamente del Giordani; 4, (già 3 a inchiostro) Lettera di Basilio Puoti a Ferdinando Ranalli a Teramo, Napoli 6 novembre del 1839, nella quale lo esorta per le sue qualità a fare l’educatore ma anche lo scrittore; lo incoraggia allo studio dei classici (Dante, Boccaccio, Casa, Davanzati), in particolare di Dante; 5, (già 4 a inchiostro) Lettera di Basilio Puoti a Ferdinando Ranalli a Firenze, Napoli 14 marzo 1840, nella quale lo informa di aver incontrato la persona “della quale voi mi scriveste”; 6, (già 5 a inchiostro) Lettera di Basilio Puoti a Ferdinando Ranalli, Napoli 10 maggio 1842, nella quale loda il lavoro di Ranalli, impegnandosi a trovare sottoscrittori per l’opera; 7, (già 6 a inchiostro) Lettera di Basilio Puoti a Ferdinando Ranalli a Firenze, 14 giugno 1843, nella quale lo informa di essere in procinto di pubblicare il primo tomo della seconda parte della sua “Antologia di prose italiane” e gli propone di condurre lui “la faccenda” in questi termini: trovare uno stampatore fiorentino, il quale “comperandone da me la proprietà […] potesse impedire a tutti gli altri stampatori d’Italia di stamparla, e così fare un non lieve guadagno”; 8, (già 7 a inchiostro) Lettera di Basilio Puoti a Ferdinando Ranalli, Napoli 7 aprile 1844, nella quale, dopo notizie confidenziali, gli chiede di salutargli il Manuzzi e commenta circa il Vocabolario della Crusca: “Del fascicolo della Crusca non voglio dirvi neppure parola; ché se cominciassi a parlarne non finirei più: che solenni balordaggini che vitupero!”; 9, (già 9 a inchiostro) Lettera di Basilio Puoti a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Napoli [8 maggio 1844: dal timbro postale], nella quale si congratula “di aver posto fine al dotto suo lavoro del Vocabolario. Grande obbligo le abbiamo di questa immensa fatica”. Seguono considerazioni negative sul primo quaderno del Vocabolario pubblicato dalla Crusca; 10, (già 8 a inchiostro) Lettera di Basilio Puoti a Ferdinando Ranalli a Città S. Angelo, Napoli, 3 luglio 1844, nella quale gli comunica di aver parlato “della faccenda di vostro padre” col Ministro e col De Berardinis “Capo della Divisione” e lo informa di aver trovato ostacoli alla censura per la pubblicazione delle opere del medesimo Ranalli; ancora considerazioni negative sull’edizione del Vocabolario della Crusca; 11, (già 9 a inchiostro) Lettera di Basilio Puoti a Ferdinando Ranalli a Firenze [settembre 1844: da una nota a margine, nella quarta facciata], dove lo ringrazia dell’invio “del bel libretto del Borghini”. Si lamenta che il dal Rio abbia messo mano alla sua grammatica, ed esprime considerazioni molto critiche su di lui; 12, (già 10 a inchiostro) Lettera di Basilio Puoti a Ferdinando Ranalli a Firenze, Napoli 10 gennaio del 1845, nella quale lo informa che “oltre alle altre molte cose, io sto pure lavorando all’Arte dello scrivere”, di cui gli manda il primo volume tramite il Padre Raffaele Valle (opera che ha inviato anche a Giordani); in realtà sta preparando altri tre tomi e desiderebbe che venissero mostrati a Le Monnier; 13, (già 11 a inchiostro) Lettera di Basilio Puoti a Ferdinando Ranalli a Firenze, Napoli 15 gennaio del 1845, nella quale raccomanda di far avere a Giordani e a Manuzzi alcune opere che gli dirige; lo informa della ristampa della “Storia delle Indie” del Maffei e soprattutto tesse le lodi di Francesco Serdonati, scrittore che deve essere studiato da tutti, non solo dai giovani; 14, (già 12 a inchiostro) ) Lettera di Basilio Puoti a Ferdinando Ranalli a Firenze, Napoli 17 gennaio del 1845, nella quale lo ringrazia di aver recapitato i libri a Giordani e lo avverte di avergli spedito due copie della sua “Arte dello scrivere” (una per lui e una per Manuzzi); 15, (già 13 a inchiostro) Lettera di Basilio Puoti a Ferdinando Ranalli a Firenze, Napoli 30 aprile 1845, nella quale si lamenta di non aver ricevuto il “discorso attorno all’Alfieri” speditogli e si duole della “guerra” di quel “maledetto gobbo” (probabilmente Pietro dal Rio), che turba la pace del Manuzzi e dello stesso Ranalli. Accenna all’edizione del 1845 (Firenze, Le Monnier) degli scritti di Leopardi curati da Antonio Ranieri: “Delle opere del Leopardi non posso dirvi niente, e mi maraviglio come la vita non siavi piaciuta, ché il Ranieri è certamente un pulito ed elegante scrittore”. Lo ringrazia infine di averlo informato del buon giudizio di Giordani (espresso al Manuzzi) circa la sua “Arte dello scrivere”; 16, (già 14 a inchiostro) Lettera di Basilio Puoti a Ferdinando Ranalli a Firenze, Napoli 12 maggio 1845, nella quale lo informa che gli manderà le annotazioni fatte al suo lavoro e si rallegra per la prosa del Ranalli sull’Alfieri; 17, (già 15 a inchiostro) Lettera di Basilio Puoti a Ferdinando Ranalli a Firenze, Napoli 16 settembre 1845, nella quale tesse le lodi di Manuzzi; 18, (già 16 a inchiostro) Lettera di Basilio Puoti a Ferdinando Ranalli a Firenze, Napoli 25 novembre 1845, nella quale dà notizie della nuova edizione del suo allievo Alfonso Folinea della “Cronica di Dino Compagni” e gli spedisce il primo quaderno del suo “Dizionario de’ Francesismi”; 19, (già 13 a inchiostro) Lettera di Basilio Puoti a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Napoli 13 giugno 1846, nella quale lo informa che gli spedirà copia del suo “Dizionario de’ Francesismi” e si duole moltissimo della morte del Ciampolini, “uno dei pochi di costà che non disprezzasse e nauseasse la nostra lingua”; 20, (già 14 a inchiostro) Lettera di Basilio Puoti a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Napoli 19 luglio 1846, con la quale spedisce varie sue pubblicazioni, alcune da recapitare al Segretario dell’Accademia della Crusca; 21, (già 14 a inchiostro) Lettera di Basilio Puoti a Ferdinando Ranalli a Firenze, Napoli 19 luglio 1846, nella quale lo informa di aver “letto il vostro manifesto delle storie dell’Ammirato” e di spedirgli “il 3° tomo dell’Arte dello scrivere, l’Apologia del Caro e alcuni piccoli librettini di piccolissima mole”: alcuni di questi libri sono destinati “a Manuzzi e all’Accademia della Crusca”; 22, (già 15 a inchiostro) Lettera di Basilio Puoti a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Napoli 1 settembre 1846, dove lo informa sui ricavi dalla vendita del suo “Dizionario”; 23, (già 18 a inchiostro) Lettera di Basilio Puoti a Ferdinando Ranalli a Firenze, Napoli 12 gennaio del 1847, nella quale loda la sua “storia delle arti” e invia alcune pubblicazioni da destinare a Giordani, Manuzzi e all’Accademia della Crusca; 24, (già 16 a inchiostro) Lettera di Basilio Puoti a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Napoli 8 maggio 1847, dove ancora lo informa sui ricavi dalla vendita del suo “Dizionario” e delle “lettere del Cesari”, gli annuncia la spedizione del 4° e 5° quaderno dei francesismi e chiede: “E la nostra Accademia della Crusca che fa ella mai? Seguita ad imperversare o ad imbestiare, o se ne sta in ozio, che sarebbe assai meglio? Povera lingua!”.

Scheda a cura di

Elisabetta Benucci

Revisione a cura di

Elisabetta Benucci