archivio digitale della Crusca
  • archivio della crusca

Scheda di archivio


Collocazione


Livello di descrizione

Fascicolo

Titolo

4. “Giordani Pietro” (1)

Data Iniziale

4 gennaio 1831

Data Finale

31 agosto 1848

Contenuto

Il fascicolo conserva 55 lettere di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi, per il periodo 4 gennaio 1831 - 31 agosto 1848; per le datazioni, si segnala che tutte le 55 lettere recano solo il giorno e il mese ma non l’anno, che è stato aggiunto manoscritto dallo stesso Manuzzi. Nello specifico: 1, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Roma, 4 gennaio [1831], nella quale gli raccomanda di andare a conoscere Pietro Tenerani, di cui ha grande stima; 2, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 29 aprile [1832], nella quale fa riferimento al Forti e al Montani; 3, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 19 agosto [1832], nella quale chiede spiegazione di una strana parola (“ingannese” anziché “ingannoso”) e lo prega di salutargli gli amici, in particolare Montani; 4, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 18 settembre [1832]: ancora sulla parola (“ingannese” e/o “ingannoso”); 5, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 19 febbraio [1833], nella quale manifesta grande preoccupazione per la salute di Montani; 6, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 24 febbraio [1833], nella quale parla della scomparsa del Montani, del suo desiderio che l’Antologia di Vieusseux parli di lui; chiede anche notizie sul testamento e se Montani abitasse sempre in Corso de’ Tintori; 8, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 23 marzo [1833], nella quale chiede ancora della scomparsa del Montani, figura a suo modo non stimata come si sarebbe dovuto (soprattutto da Gino Capponi); precisa di aver saputo che l’eredità di Montani è andata a Vieusseux e conclude: “Vi ringrazio molto del saluto di Leopardi: Ma potreste voi, mio caro, fargli una visita per me, e darmi delle sue nuove distinte? È tanto tempo ch’io non posso saperne nulla”; 8, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 6 aprile [1833], nella quale lo ringrazia “per la visita fatta a leopardi, eccellente uomo davvero e raro”; cenni poi allo scritto del “Signor Niccolò [Tommaseo]” e ai saluti per Forti e Niccolini; gli chiede infine di scrivere qualcosa sulla vita di Montani e gli raccomanda l’avvocato Grillenzoni di Piacenza; 9, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Piacenza] 6 luglio [1833], nella quale lo rassicura che esaminerà “diligentemente il saggio del vocabolario e ne risponderò schiettamente”; lo informa che Grillenzoni non è riuscito ad avere notizie da Cremona su Montani (“dove l’amico non passò che i primi anni”), anche se “i suoi anni più importanti son quelli di Firenze” e gli chiede di salutare per lui Vieusseux, Niccolini, Forti e Leopardi; 10, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 4 settembre [1835], nella quale ringrazia per le iscrizioni ricevute, ma soprattutto lamenta che qua e là si vadano stampando “scelte” delle sue opere a sua insaputa; 11, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 3 ottobre [1835], nella quale chiede informazioni su un certo Francesco Brignola dimorante a S. Casciano; 12, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 13 ottobre [1835], nella quale si sofferma sulla stampa “Brighenziana” delle sue opere; 13, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 28 novembre [1835], nella quale, oltre a inviare un’iscrizione, chiede notizie in merito al dizionario gallo-celtico di Mario Mazzoni Toselli di Bologna e sulle opinioni di quest’ultimo “circa le origini della lingua italiana”; 14, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 30 gennaio [1836], nella quale gli chiede di accogliere Antonio Gussalli “bravo e buon giovane e mio amico”, e prosegue: “Anche a me premerebbe di lasciare una edizione delle mie povere scritture già stampate. Ma non ho tempo di emendarle […] Bisognerebbe che potessi stampare sotto i miei occhi, ma come si fa?”; lo informa infine che gli spedirà il “discorso sullo Spasimo del Toschi, e un pezzo del mio Canova stampati, e la mia Psiche del Tenerani inedita”; 15, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 25 marzo [1836], con la quale invia alcune sue pubblicazioni e trascrive in calce 2 iscrizioni cimiteriali; 16, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 15 aprile [1836], nella quale lamenta di non avere notizie di un plico con un suo manoscritto destinato all’editore Passigli; 17, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 6 ottobre [1836], nella quale afferma: “Io credo importantissimo anzi necessario che ad ogni pubblicazione di testi di lingua non si manchi di aggiungere una tavola delle voci che escono nuove, e mancano al vocabolario, corroborandole coll’esempio del nuovo testo. Anche mi pare ottima cosa aggiungere delle voci già citate del vocabolario, notando e correggendo gli errori o le variazioni fatte in quelle citazioni”; 18, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 12 novembre [1836], nella quale si parla di una possibile ristampa delle iscrizioni giordaniane più il “Canova”, lo “Spasimo e l’“elogetto” del Monti; cenni anche alla nuova “traduzione delle lettere petrarchesche … e alla violentissima persecuzione fatta non solo al libro ma anche al traduttore dal Furioso frataccio Mauro”; 19, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 1 aprile [1837], nella quale informa di aver ricevuto il “libretto”, commentando: “Se non avessero proposto di escludere dalla raccolta i viventi […] quanto era bello mettervi le poesie di leopardi [sic], le più belle (secondo me) di tutte quante ne abbiamo. Perché non mettere i Sermoni del Gozzi in luogo di quelli di Pindemonte [?]”; cenni anche alla “Lettera all’Accademia della Crusca” che “non passerebbe tutta” a causa della censura, alle sue iscrizioni (arrivate quasi a 200) e agli amici Vieusseux, Lambruschini e Bigazzi, ai quali manda i suoi saluti; 20, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 25 aprile [1837] nella quale raccomanda l’amico Giuseppe Bagarotti; 21, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, Torino 9 luglio [1837], nella quale vi sono cenni alla possibilità di stampare a Torino le 200 sue iscrizioni, alle rinnovate raccomandazioni per Bagarotti e ai saluti per Iesi e Vieusseux; 22, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 3 gennaio [1838] con cenni a Bagarotti, al marchese Niccolini e al cavalier Antinori; 23, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 4 marzo [1838], nella quale, dopo aver accennato al marchese Rinuccini, al cavalier Antinori e a Gaetano Valeriani, gli comunica che le sue iscrizioni giungono ora a 210 e gli racconta dei suoi tre discorsi da lui tenuti alla Società di lettura in Piacenza; 24, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 12 marzo [1838], nella quale critica Regaldi che dice menzogne su di lui; 25, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 5 gennaio [1840], nella quale lo informa che l’editore Silvestri di Milano ha raccolti i suoi scritti sparsi pubblicati tra il 1830 e il 1838 in un volume di 350 pagine; 26, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 21 dicembre [1840], nella quale accenna a Nannucci e al suo saggio di critiche; poi scrive di Leopardi: “È una vera grandissima indegnità com’è trattato quel povero Leopardi, che dovrebbe essere adorato. Non posso mandarvi la mia lettera, che non ho. Se mi riuscirà d’averne copia dal Facchino, ve la manderò sotto fascia per la posta” (cfr. “Di una grave ingiuria fatta a Giacomo Leopardi morto. Pietro Giordani al Cav. Felice Carrone Marchese di San Tommaso, in «Il facchino. Giornale di scienze, lettere ed arti», II, n. 25, 20 giugno 1840, p. 193-195); infine, gli invia 36 iscrizioni, annunciando che entro un mese potrà spedirne circa il doppio; 27, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 24 dicembre [1840], nella quale ribadisce l’invio di 36 iscrizioni inedite; 28, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 4 gennaio [1841], nella quale ringrazia dell’articolo stampato; 29, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 6 febbraio [1841], nella quale lo informa dell’invio di una settantina di iscrizioni inedite; 30, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 17 febbraio [1841], dove si scrive: “Il dizionario estetico è come tutte le altre cose del reverendo Nicolò [Tommaseo]. Fra le altre vi è un molto iniquo giudizio dell’opera e della persona di Colletta. Il bello è che il reverendo è un grande oracolo per il signor Marchese Gino [Capponi], il quale si faceva grande adoratore di Colletta. Conciliate un poco tali stranezze!”; 31, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 14 aprile [1841], nella quale lo avverte della ristampa dell’editore Silvestri di tutte le sue Iscrizioni; 32, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 29 aprile [1841], nella quale ritiene una perdita di tempo rispondere alle “Osservazioni del Nannucci”; 33, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 24 giugno [1841], nella quale ringrazia dell’invio del secondo fascicolo delle “Osservazioni Nannucciane” e lo informa che “il Fracassetti di Fermo che ha messo 9 articoli nel Tiberino per insegnar come si facciano le iscrizioni”; 34, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 20 novembre [1841], con la quale gli annuncia il prossimo invio del volume con tutte le sue iscrizioni, stampato a Milano; 35, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 4 dicembre [1841], nella quale gli chiede come mai “quel prete Nannucci” “ha tanta rabbia contro di voi” e riflette sulla parola “villeggiatura” che non gli sembra “parola epigrafica”; 36, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 22 dicembre [1841], nella quale riflette sull’interpretazione della parola “branca” in una non identificabile terzina; 37, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi, [Parma] 3 gennaio [1842], dove, oltre a brevi spiegazioni filologiche, chiede quando uscirà il primo volume del vocabolario della Crusca; 38, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 26 aprile [1842], nella quale accenna al volume di “Iscrizioni” stampate da Silvestri e a quelle composte successivamente; circa un vocabolario a uso dei giovani spiega: “Certo un vocabolario a uso de’ giovani lo vorranno compendiato al possibile e ciò per ragioni mercantili e niente scientifiche; dunque esclusione di molte voci, minor numero d’esempi che non vorrei mai che gli esempi fossero fabricati dal compilatore. Dio ci guardi di dare questo esempio; sarebbe l’estrema ruina della lingua. Fa così l’Accademia Francese: e forse in Francia starà bene; altra lingua, altra gente. Dio ce ne scampi in Italia”; 39, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 1 novembre [1842] (con saluti); 40, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 1 aprile [1843], nella quale chiede notizie di Cesare Guasti (che gli ha spedito il “suo elegante Arrighetto”) e di tal fra Niccolò che Manuzzi ha incontrato a Venezia; 41, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 2 ottobre [1843], nella quale accenna all’Arnaldo di Niccolini e ai Saggi critici di padre Nicolò di cui ha potuto visionare solo il primo volume; infine chiede ragguagli sulla “Lettera di Francesco Forti” condannata “con breve speciale (cosa straordinaria) dal Papa”; 42 Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 4 dicembre [1843], nella quale scrive che non impedirà a Le Monnier di ristampare le sue opere, ma solo quelle edite (“Dopo averlo conosciuto non volli né guerra né alleanza con lui”); 43, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] sabato 6 aprile [1844], nella quale scrive di lasciar pure “sbraitare” “quel Signor accademico” di fronte a un suo giudizio (forse sul vocabolario cruscante?), mentre afferma di essersi servito più volte del vocabolario di Manuzzi, “e sempre ne sono rimasto contento”; scrive inoltre: “Mi piacque la vita del Montani: grande ingegno e grande studio trovai nell’Arnaldo è […] Il secondo volume dei Saggi critici del P. Nicolò è meno metafisico e teologico del primo”; 44, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 26 aprile [1844], nella quale ringrazia “del piacere che ho avuto leggendo il vostro discorso proemiale al vocabolario (favoritomi dall’amico Pezzana) dove date assai buon conto del vostro ingente lavoro”; 45 Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 14 maggio [1844], nella quale lo ringrazia per l’invio “di quel vostro vocabolario; ch’io sì spesso ero obligato di andare a consultare in biblioteca” e muove critiche contro “questo lassismo dell’Accademia [della Crusca] che vuol dare autorità a tali scrittori, tanto veri italiani quanto il turco è cristiano. Questo è il peggiore anzi pessimo danno che possa farsi alla povera lingua” (seguono i soliti saluti per Vieusseux, Rinuccini, Ranalli e Niccolini); 46, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 21 maggio [1844], nella quale gli comunica che da Parigi gli “fu scritto con lode di quell’opera di Balbo” che però lui non ha ancora letto; 47, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 22 agosto [1844], nella quale, dopo avergli mandato i saluti di Pezzana, gli domanda del padre Inquisitore e gli raccomanda il giovane e inesperto Roberti; 48, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, 14 gennaio [1845], nella quale, dopo essersi soffermato a lungo a definire il diritto, il rovescio e l’esergo delle medaglie, accenna al caso deplorevole del povero Iesi, manda i saluti a Vieusseux, Rinuccini, Ranalli e Niccolini e loda l’“Arte di Scrivere” di Puoti; 49, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 2 aprile [1845], nella quale lo avvisa di avergli spedito un “librettuccio” che raccoglie alcuni suoi scritti e 80 iscrizioni inedite; 50, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 4 aprile [1845], nella quale chiede informazioni su una certa “Cronaca” di “un Filippo de Boni” stampata a Firenze; 51, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 8 aprile [1845], nella quale, a proposito della “lingua” da lui usata come scrittore (anche se “né mai posso servirmene con quella quiete che è pur necessario ad una squisita diligenza”), scrive: “Le lingua è una cosa infinita; né mai si possiede tutta” (cita poi i comuni amici Lopez, Pezzana e Scarabelli); 52, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 23 agosto [1845], dove gli chiede, una volta che Manuzzi sarà giunto a Napoli, di salutare a suo nome S.E. Niccolini (Ministro di Stato), il marchese Basilio Puoti, il cav. De Cesare e l’avvocato Antonio Ranieri; accenna poi all’autorizzazione da lui data a Le Monnier di ristampare gratuitamente le sue opere edite: “ma le non poche e non leggieri villanie fattemi mentre io con molto calore e generosità lo seguivo(?) nella edizione difficile del terzo volume di Leopardi m’hanno sforzato a ritirargli questa concessione”; 53, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 25 novembre [1845], nella quale lamenta di non aver ancora visto il 30° fascicolo del Vocabolario dell’Accademia della Crusca; 54 Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 30 novembre [1846], nella quale lo ringrazia per il ricevimento in dono dei due volumi delle lettere di Cesari e lo informa della morte del celebre medico Giacomo Tommasini; 55, Lettera di Pietro Giordani a Giuseppe Manuzzi a Firenze, [Parma] 31 agosto [1848], nella quale lo informa di aver ricevuto da poco un suo libretto e lo invita a stampare le sue apprezzate iscrizioni.

Scheda a cura di

Elisabetta Benucci

Revisione a cura di

Elisabetta Benucci