U. D. Manoscritto
Franca Brambilla Ageno
Schede, Salviati, "Personaggi proverbiali"
1954
1983
99 cc.
Schede all’interno di una busta (con intestazione: “Personaggi proverbiali”), numerate a lapis da 1 a 99, riportanti, per la maggior parte, proverbi e citazioni del Salviati. Qui di seguito si danno alcuni esempi significativi:
c. 1 – Siamo nati stanchi: viviamo per riposare. Di persona pigra e lenta. Udita nelle Marche.
c. 2 – Salvino, La cena di Salvino: pisciare e andare a letto, secondo Morpurgo, Riv. Delle Biblioteche e degli Archivi, IX, […], p. 72, alluderebbe a quel Salvino Beccanugi, poverissimo, di cui parla la nov. 133 del Sacchetti.
c. 5 – Come disse M. Anton da Venafro: Ogni aiuto è buono. Salv. 48
c. 6 – Come disse Anton d’Orso: Va sano: ‘A Rinier della Sassetta: quando essendo per tagliarsi la testa, l’arebbe voluto baciare per ispiccargli il naso, come si crede eran fra loro gozzaie, Salv., 45.
c. 7 – Come disse Anton Pucci: E’ ne debb’esser qualcosa, poi che ognuno il dice. ‘Era morso che toglieva spesso qualche campo a questo e quel contadino, ed un suo amico gli diceva che ognuno ne parlava. Disse Lorenzo de’ Medici, quel che aveva dipinte tutte le cose al contrario, come topi che pigliassero gatti, e lepri cani, che vi mancava un contadino che rubasse un campo a Anton Pucci.’, Salv. 49.
c. 8 – Come disse l’asino al lupo: Tal pacienza avesse chi lasciò l’uscio aperto. Salv. 55.
c. 9 – Babbo, quando andrò in sella? Salv. 25 (seconda mano).
c. 10 – Come disse il Basa: Che ti pare? Vo a bottega e truovola arsa. Salv. 55.
c. 11 – Berto orciolaio: ‘Ne’ danar, ne’ cose’, Salv. 21.
c. 12 – Come disse la Bertuccia: Di nulla ‘Domandavala il lupo, allora signor degli animali, di quel che gli sapeva il suo fiato, per mangiarsela, se dicea di buono, per bugiarda, come avea fatto alla Golpe; se dicea di cattivo, per poco riverente, come l’agnello; ma fingendosi ella infreddata, si scapolò con quel motto.’, Salv. 54.
c. 13 – Biagio sarto: ‘Diceva i fatti suoi a chi non gli voleva sapere’, Salv., 22.
c. 15 – Come disse la Bita: ‘L’occhio inganna’, Salv., 31.
c. 17 – Come disse il Brusti calzolaio: Se tu l’ammazzassi, e’ si fuggirebbe. ‘A un garzone di bottega, che, avendo veduto un topo, gli voleva trarre una forma, e’ disse: Oimè, non fare: se tu l’ammazzassi, ecc. Salv. 53.
c. 22 – Come disse il Carafulla: Chi ha maggior catena: ‘Disputavasi in un cerchio dove era a sorte uno anzi bene dolce di sale che avea un gran catenaccio d’oro al collo, quale era il maggior pazzo al mondo, e sopraggiungendo il Carafulla, ne domandaron lui, credo, come dell’arte; ed egli senza aver veduto colui, disse all’improvviso come di sopra e fece rider tutti, parendo in quel caso e luogo quadrarsi troppo a sesto’, Salv., 46.
c. 23 – Come disse Castruccio: Egli è quel che Dio vuole, e sarà quel che Dio vorrà. Salv. 50.
c. 28 – Come disse quel che’l diavol portava: In qualche luogo capiterem noi. Salv. 47.
c. 31 – Come disse Donatello: To’ del legno, e fa tu: ‘A Pippo di Ser Brunellesco, che gli biasimava un crocifisso che aveva fatto, e oggi è in Santa Croce, e fu questo ragione che Pippo fece quello ch’è in Santa Maria Novella. Dicesi più generale senza autore: Tòi della terra e fa tu’. Salv., 45.
c. 32 – Come disse Doponona: Fusse venuta quando io era vivo. ‘Andavasi a sotterrare, che’ gli avevan dato ad intende (sic) che gli era morto, e una povera donna si rammaricava che aver da lui cinque lire’. Salv. 52.
c. 33 – Come disse il Fibbia: Adagio, ché questa festa non s’ha a far senza me. ‘Andavasi a impiccare, e vedea il popolo correre a pigliare il luogo a buon’ora per veder meglio, e gli pareva che dovesse bastar. Gli l’esservi quando lui’. Salv. 52.
c. 38 – Come disse Gian da Carinola: Buon va. ‘Questo è puntualmente il Farem bene di Messer Litio da Valbona. La storia è notissima’. Salv. 55.
c. 40 – Come disse Gigi Pazzo: Non ti colsi: ‘Aveva dato sì piacevolmente a un suo asino d’un bastone in sul capo, che se l’aveva messo morto a’ piedi, e s’immaginò, dicendo così, di non gli aver dato, o che la brigata almanco lo credesse’, Salv., 47.
c. 46 – Come disse la golpe al lupo: Al cacar fia’l duolo. ‘Dicono che egli aveva mangiato rasoi’, Salv. 54.
c. 49 – Come disse quel Lanzi: Questa guasta’l festo: ‘Portava per non so che ladroncelleria la mitera, e perché ell’era così dipinta e leggiere, e’l popolo correa a vederlo, disse che gli era bel festo; ma quando e’sentì le granate in su le reni, disse come di sopra’, Salv., 45.
c. 52 – Come disse il lupo all’asino: Pazienzia. Salv. 55.
c. 53 – Come disse Malatesta de’ Medici: Se tu non sei, tu sarai. ‘A uno che gli rispose, in questionando insieme, che non era bastardo’, Salv. 51.
c. 56 – Come disse Martino Scarfi: Or son io chiaro. ‘Era molto grasso, e dubitava di non aver fatto un peto vestito nelle calze, quando passandogli accanto un fanciullo disse: O e’ ci pute; onde disse allora questo motto’. Salv. 48.
c. 60 – Come disse il medico che traeva le polizze a sorte: Dio te la mandi buona. Salv. 53.
c. 65 – Come disse quel che ferrava l’oche: E’ ci sarà che fare. ‘Questa si dice in due modi: o che, abiando il piè, si strinse, che in terra era disteso, o che alzandolo una, l’alzarono a un tratto tutte’. Salv. 53.
c. 66 – Come disse quel che aveva mozzi gli orecchi: E’ ci sarà degli arreticati. ‘Era condennato per certe ruberie che gli fusser mozzi gli orecchi, e quando il buio volle far l’effetto, trovò che un altro vi era stato innanzi a lui’. Salv. 49. (Morg.)
c. 75 – Come il prete delle pere che disse: In su questa non pisciai io. ‘Essendo invitato a un desinare, gettò via certe peracce che aveva in grembo e per dispetto vi pisciò su. Ma non potendo passare un fiume, fu forzato tornare indietro, e per la fame se le mangiò’. Salv. 57.
c. 90 – La tinca al luccio: ‘Egli è meglio il mio capo che non è’l tuo busto’. Salv. 181.
cc. 98-99 – Elenco di proverbi:
Guarda il collo, ché delle gambe si guarisce. 141. Salv.
Onor con danno, al diavol l’accomando. 153
Più tosto corna che croce. 248
Passasi il folle con la sua follia, passasi un tempo ma non tuttavia. 248
Passa un’ora passane mille. 250
Porco peritoso non mangia pera matura. 250
Porro in mano e cappone a cintola. 251
Pena patire per bella parere. 251
Scherza co’ fanti e lascia stare i santi. 284
Sbavigliar non vuol mentire. 285
Sol di marzo […]. 285
Seren d’inverno e migol di state. 286
Sarto che non fa’l nodo, il punto perde. 288
Siedi e gambetta e vedrai la tua vendetta. 289
Solo, sollecito e segreto.
San Tommè piglia il porco per lo piè. 290
San Giovanni non vuole inganni. 291
Se’l ciel rovinasse, e’ si piglierebbe di molti uccelli. 295
Tempo vien, chi può aspettare. 303
Tanto fa la sua vigna quanto vuol la sua famiglia. 304
Tal mano si bacia che si vorrebbe veder mozza. 308
Tanto è da casa mia a casa tua, quanto è da casa tua a casa mia. 309
Tale si burla che si confessa. 310
Tanto è’l mal che non mi nuoce, quanto è’l ben che non mi giova. 310
Tanto andò la capra zoppa, ch’ella si riscontrò nel lupo.
Tal ti guarda la capra, che non ti vede la borsa. 311
Tanto val chi tiene quanto ti scortica. 313
Tanto sa altri quanto altri. 313
Dio mi guardi da recipe di medici e cetere di notai. Salv. 90
Far mula di medico. 118
Cercar il mal come i medici. 36
Leonardo Salviati
Salvino Beccanugi
Franco Sacchetti
Anton da Venafro
Anton d’Orso
Anton Pucci
Lorenzo de’ Medici
Carafulla
Donatello
Brunelleschi
Doponona
Gian da Carinola
Messer Litio
Malatesta de’ Medici
Martino Scarfi
Marche
Santa Croce
Santa Maria Novella
Valbona
Le carte sono state numerate a lapis da 1 a 99.
Caterina Canneti
Elisabetta Benucci