U. D. Manoscritto
Franca Brambilla Ageno
Appunti, lingua Sacchetti (cc. 1-2)
1953
1990
2 cc.
Si descrivono qui di seguito alcune carte con appunti autografi di Franca Brambilla Ageno relativi alla lingua del Sacchetti.
Nella carta 1, troviamo una riflessione della Ageno su alcune varianti grafiche riscontrate in testi dello stesso Sacchetti:
“Nell’autografo del Sacchetti e altrove, accanto alle scempie del tipo domandare, araffare, trovo con una certa regolarità oscillazioni come le seguenti:
augello ma augelletto; cappa ma capuccio; fallo ma falanza; Gianni ma Gianozzo; guerra ma guerieri; ricco ma ricchezza; sacco ma Sachetti; tranquillo ma tranquilitate; villa ma vilania; e inoltre; citadinesco, coropto, erore, ecc.
Incertezze grafiche? Non vi sarà stata nel toscano una tendenza, poi sopraffatta e solo di certi strati, a pronunciare scempie le consonanti in protonia, come avviene oggi quasi regolarmente nell’italiano regionale della Lombardia? Sono cioè da rispettare quelle grafie dei manoscritti, o sono da correggere come si correggono, p. es. ‘appettito’, ‘balattina’, ‘fattapioso’ (cfr. il frequente proffesore dei compiti ginnasiali), dove la doppia è sentita, ma non identificata?”.
Nella carta 2, invece, si legge un elenco numerato di criteri che probabilmente sono serviti alla studiosa per la redazione dell’edizione critica delle Novelle del Sacchetti:
"1. Attendibilità della copia e completezza della revisione [Attenzione alla fonetica e alle forme deducibile dal residuo di indubitabili errori di fatto rimasti dalla prassi generale dei copisti dalla diffusione delle dottrine bembesche].
2. Valore delle forme attestate dall’autografo delle rime e delle Sposiz. per stabilire le forme del Trecentonov.
a. Per l’età diversa dell’aut.
b. Per il carattere diverso del testo, fenomen, più popolari.
3. Storia delle forme (la fonetica è quella fiorentina).
4. Criteri generali: se una forma è attestata senza eccezioni, nell’autogr. andrà adottata anche nelle novelle. Vi sono però dei casi in cui ci manca l’attestazione del testo per una certa parola, ma la forma assolutamente non può risalire al Trecento e al fiorentino [masserizie, longo]."
Franco Sacchetti
Franca Brambilla Ageno
Le carte sono state numerate a lapis.
Caterina Canneti
Elisabetta Benucci